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L’EX PRESIDENTE FRANCESE HOLLANDE AFFERMA CHE GLI ACCORDI DI MINSK SONO SERVITI PER DARE TEMPO ALL’UCRAINA 

 

Dopo l’ex Cancelliera tedesca Angela Merkel anche l’ex Presidente della Repubblica francese François Hollande conferma in un intervista concessa a The Kyiv Independent che gli accordi di Minsk 1 e 2 sono serviti solamente per concedere tempo all’Ucraina al fine di armarsi e prepararsi alla guerra.

Alcune settimane fa avevano fatto scalpore le dichiarazioni dell’ex Cancelliera tedesca Angela Merkel nelle quali ammetteva che gli accordi di Minsk erano serviti all’Ucraina per prendere tempo, ora anche l’ex Presidente della Repubblica francese François Hollande conferma quanto detto dalla Merkel.

Viene da più parti sostenuta la tesi che la guerra con la Russia fosse stata programmata con largo anticipo dagli Stati Uniti e dalla Nato e queste dichiarazioni non fanno che rafforzare i dubbi di coloro, che uscendo dal tracciato segnato dal pensiero unico che getta tutte le responsabilità del conflitto sulla cattiva  Russia e sul presidente Vladimir Putin, credono nella premeditazione e nell’organizzazione di questo conflitto.

Secondo Hollande, gli incontri del formato della Normandia, lanciati nel giugno 2014 e che includevano i leader di Francia, Germania, Ucraina e Russia, hanno fatto guadagnare all’Ucraina del tempo per prepararsi, mentre i successivi accordi di Minsk hanno cercato di spingere Putin verso un percorso diplomatico.

Alla domanda del giornalista che ha intervistato Holland in cui chiede se “nell’intervista al quotidiano tedesco Die Zeit, Angela Merkel ha detto riguardo i protocolli di Minsk che “Era ovvio che il conflitto sarebbe stato congelato, che il problema non era stato risolto, ma ha solo dato all’Ucraina tempo prezioso” e che se ”Crede anche che i negoziati a Minsk avessero lo scopo di ritardare i progressi russi in Ucraina?, Holland risponde “Sì , Angela Merkel ha ragione su questo punto”.

Aggiunge poi inequivocabilmente  che “Gli accordi di Minsk hanno fermato l’offensiva russa per un po’. Ciò che era molto importante era sapere come l’Occidente avrebbe usato questa tregua per impedire ulteriori tentativi russi”.

La risposta è semplice: armare fino ai denti l’Ucraina e creare un clima favorevole alle ragioni del suo governo ovvero continuare a identificare il popolo russo come il nemico giurato degli ucraini e quindi creare tutte le condizioni per giustificare in patria ed all’estero il conflitto che sarebbe dovuto scoppiare negli anni successivi.

L’idea che gli accordi di Minsk siano stati solo il mezzo per armare e rafforzare le forze armate ucraine sono confermate da Holland che afferma che “Dal 2014, l’Ucraina ha rafforzato la sua posizione militare. In effetti, l’esercito ucraino è completamente diverso da quello del 2014. è meglio addestrato e attrezzato. E’ merito degli accordi di Minsk dare questa opportunità all’esercito ucraino. Inoltre, l’Europa non si è  divisa e ha immediatamente sostenuto l’Ucraina e gli Stati Uniti hanno fornito aiuti considerevoli” Così, il tempo che Putin pensava fosse una risorsa per lui si è rivelato, in realtà, un’opportunità per gli ucraini”.

Hollande dichiara inoltre che Putin aveva accettato di sottoscrivere e seguire gli accordi di Minsk e afferma, a tale proposito che’ Ogni mese, Petro Poroshenko, Angela Merkel, Vladimir Putin e io abbiamo avuto lunghe conversazioni telefoniche in cui ci siamo scambiati informazioni sullo stato di avanzamento dei protocolli di Minsk”.

Riguardo alle sanzioni emesse dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti a seguito dell’annessione della Crimea da parte della Russia crede che siano state troppo leggere e blande.

“Una cosa è certa, le sanzioni non erano al livello richiesto per la gravità della violazione del diritto internazionale. E posso spiegarlo per diversi motivi.

Il primo è che gli Stati Uniti (sotto il presidente Barack Obama) non avevano dato la priorità alla questione ucraina. In secondo luogo, ci sono state gravi divisioni all’interno della stessa Unione europea sulla portata delle sanzioni. Alcuni paesi non le volevano, temendo che avrebbero avuto conseguenze negative per le proprie economie. Altri leader, me compreso, volevano che le sanzioni fossero massime.

Per non parlare dell’ambiguità della Germania, che non voleva mettere in discussione il gasdotto Nord Stream 2 commissionato nel 2015”. 

Infine, riguardo alla fine del conflitto, afferma che “Ci sarà una via d’uscita dal conflitto solo quando, sul campo, la Russia avrà notato il fallimento della sua impresa omicida.”

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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