VALENTINA LISITSAVALENTINA LISITSA

CHIEDONO LA CANCELLAZIONE DEL CONCERTO DELLA SOPRANO RUSSA ANNA NETREBKO

 

Continua senza sosta il tentativo di cancellare la cultura russa per ritorsione all’operazione speciale condotta da Mosca in Ucraina come se la cultura avesse qualcosa a che fare con le scelte politiche di un paese.

Qualcuno sostiene che sono casi sporadici ma negli ultimi tempi non si può più parlare di singoli casi ma di una tendenza comune in molti ambienti. Si sta cercando di cancellare la cultura russa da qualsiasi ambito, spettacoli compresi.

L’ultimo appello a sospendere un evento culturale nel nostro paese realizzato da un artista russo reo, secondo chi ne chiede la sospensione, di essere un sostenitore delle politiche russe e quindi di appoggiare l’operazione speciale in Ucraina, arriva dalla fantomatica comunità ucraina e di patrioti ucraini della regione Toscana che  colpisce  la cantante lirica Anna Netrebko che dovrebbe tenere un concerto ad Arezzo presso il Teatro Petrarca il 7 febbraio.

La Comunità degli Ucraini della Toscana ha scritto al Presidente della Regione Eugenio Giani, al Sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli ed alla Fondazione Guido d’Arezzo chiedendo che venga cancellato senza appello il concerto del soprano Anna Netrebko presso il Teatro Petrarca. Nel post apparso su Facebook si legge che “Riguardo la reputazione della cantante lirica Anna Netrebko, ricordiamo che già nel 2014 in Germania hanno rifiutato i suoi concerti perché strettamente collegata con Putin. Il ministero degli Interni austriaco ha espresso il suo sdegno per la donazione di un milione di rubli da parte della cantante (che ha anche cittadinanza austriaca) al teatro di Donetsk … Nel 2014 è stato annullato un suo concerto al Metropolitan di New York. Nel 2022, ancora a New York e anche a Berlino, sono state cancellate le sue esibizioni perché lei ha rifiutato di ripudiare il proprio sostegno alla politica di Putin”, quindi una pericolosissima agente del Cremlino che negli altri paesi hanno ben identificato e prontamente stoppata.

La russofobia espressa da questo gruppetto di sostenitori di Zelensky e del suo regime fascista viene chiaramente evidenziata  alcune righe sotto, infatti scrivono che “L’arte e la cultura russa sono utilizzate dal regime di Putin come armi nella guerra ibrida e come propaganda di un tristemente fantasioso mondo russo (“russky mir”), insieme a quella che è una vera e propria campagna globale di disinformazione”. A proposito di informazione libera meno male che ci sono i nostri giornali e le nostre televisioni che attingono le loro informazioni dall’agenzia ucraina Ukrinform, un tempio di verità, che aprono gli occhi agli ingenui italiani.

A sostegno del fatto che gli spettacoli e gli eventi culturali realizzati da artisti che non si sono piegati al pensiero unico che vede Putin e la sua Russia come gli aggressori dei buonissimi ucraini capeggiati dai nipoti del rivoluzionario Stefan Banderas citano altri spettacoli cancellati nel nostro paese da istituzioni che non hanno avuto il coraggio di considerare la cultura il mezzo che unisce i popoli ma si sono allineati. 

Quindi se è stato sospeso il concerto della cantante lirica Valentina Lisitsa che si doveva tenere a Venezia presso il Teatro La Fenice nei giorni 4 e 5 del prossimo aprile, se è stato cancellato il balletto “lo Schiaccianoci” a Bergamo, se lo spettacolo del ballerino russo Polunin è stato annullato in questi giorni al teatro Arcimboldi di Milano, se il teatro nazionale dell’opera polacco aveva annullato l’opera Boris Godunov 10 giorni prima allora perché non si deve cancellare l’esibizione del soprano Anna Netrebko ad Arezzo, sostiene la comunità ucraina della Toscana.

Insomma come si vede la russofobia, che serve per giustificare le ragioni del sostegno all’Ucraina ed  il continuo invio di armi  a Zelensky , non è una fisima mentale di qualcuno che vede un complotto in ogni cosa. Vedremo se il Presidente della Toscana, il Sindaco di Arezzo e la Fondazione Guido d’Arezzo ascolteranno le richieste dei nuovi moralizzatori ucraini oppure avranno il buon gusto di separare la politica dalla cultura.

poi parlano di casi isolati e che non esiste nessuna russofobia …

Andrea Puccio

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