Tentativo di colpo di stato in BrasileTentativo di colpo di stato in Brasile

RINVENUTO UN DECRETO CHE AVREBBE ANNULLATO LE ELEZIONI IN BRASILE

 

Rinvenuto nella casa dell’ex Ministro della Giustizia del governo di Bolsonaro Anderson Torres la bozza di un decreto per la creazione di una commissione controllata dal governo ) incaricata di “accertare la conformità e la legalità del processo elettorale” vinto dall’attuale presidente, Luiz Inácio Lula da Silva.

Una commissione che sulla carta avrebbe dovuto valutare se le elezioni che hanno portato alla vittoria di Luiz Inácio Lula da Silva erano state conformi alla legge e che non vi fossero stati brogli elettorali ma che in realtà aveva tutte le sembianze di una manovra per annullare l’esito delle consultazioni. 

Scrive Raul Monteira su Politicalibre che  la Commissione di Regolarità Elettorale che si doveva costituire sarebbe stato  l’organo incaricato di redigere un rapporto finale e segnalare presunte irregolarità nelle elezioni.

La commissione era composta da otto membri del Ministero della Difesa (che ne nominerebbe la presidenza), due membri del Pubblico Ministero Federale, due esperti penalisti federali, due rappresentanti del Congresso Nazionale (uno della Camera e l’altro del Senato), un membro della Corte dei conti federale e uno del controllore generale federale.

Il documento di tre pagine, realizzato al computer, è stato ritrovato nell’armadio dell’ex ministro durante una perquisizione ed è stato sequestrato martedì scorso, 10 gennaio.

Il giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes ha emesso questa settimana un mandato di perquisizione e di arresto per l’ex capo del portafoglio ministeriale, dopo che la polizia ha evidenziato «omissioni e connivenze» delle autorità di sicurezza del Distretto Federale nel controllo dell’assalto ai poteri a Brasilia. Dopo aver lasciato il ministero, Torres è diventato segretario della Pubblica Sicurezza del Distretto Federale, carica dalla quale è stato rimosso dopo gli atti antidemocratici di domenica.

“In casa mia c’erano una pila di documenti da scartare, dove molto probabilmente è stato trovato il materiale descritto nell’articolo.  Tutto sarebbe stato preso per essere distrutto a tempo debito presso il MJSP [Ministero della Giustizia e della Pubblica Sicurezza]”, ha scritto Torres su Twitter.

“Il suddetto documento è stato raccolto quando non ero presente ed è trapelato fuori contesto, contribuendo ad alimentare false narrazioni contro di me.  Siamo stati il ​​primo ministero a fornire rapporti di gestione per la transizione.  Rispetto la democrazia brasiliana.  Ho la coscienza pulita per quanto riguarda la mia prestazione come ministro”, ha detto.

Secondo la Costituzione il decreto emesso dallo  stato di difesa serve a preservare o ristabilire tempestivamente, in luoghi ristretti e determinati, l’ordine pubblico o la quiete sociale minacciati da grave ed imminente dissesto istituzionale o in caso in cui  il paese venga colpito da calamità naturali  di grandi proporzioni quindi non si può applicare contro un risultato elettorale perché che sarebbe incostituzionale.

Il ministro Alexandre de Moraes, della STF (Corte suprema federale), questa settimana ha ordinato l’arresto di Torres.

Moraes è anche presidente del TSE ed è stato protagonista, in varie occasioni,  di scontri con Bolsonaro durante le elezioni.  L’ex presidente ha più volte diffuso bugie e teorie del complotto riguardo alle macchine per la votazione usate in Brasile e da tutti certificate come sicure e a prova di brogli.  Ha anche accusato il TSE —senza mai presentare prove— di lavorare per l’elezione di Lula.

Il ministro delle Relazioni istituzionali, Alexandre Padilha, ha assicurato che è stato dimostrato che l’obiettivo era «fabbricare il caos per seppellire la democrazia», secondo il quotidiano «Folha de Sao Paulo aggiungendo che “Con il progredire delle indagini, l’obiettivo criminale di coloro che hanno finanziato, organizzato ed eseguito gli atti di domenica scorsa diventa sempre più chiaro. Il tentativo di colpo di Stato è stato premeditato e delineato nei dettagli, ma non lasceremo che i responsabili la facciano franca”.

Il capo della Giustizia e della Sicurezza nazionale, Flávio Dino, ha sottolineato che questo tentativo di colpo di Stato «è fallito proprio come il tentativo» di domenica scorsa, in cui migliaia di sostenitori di Bolsonaro hanno preso d’assalto il Congresso, la Corte Suprema e il palazzo presidenziale.

Quanto accaduto  domenica scorsa “sottolinea che ciò che abbiamo visto qui l’8 gennaio non è stato qualcosa di isolato. In realtà, è stato un elemento di una catena, un anello di un movimento golpista in Brasile e che ci sono stati sorprendenti atti preparatori come questo decreto di intervento militare», ha aggiunto.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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