I PAESI DEL BRICS SUPERANO IN TERMINI DI PIL IL G7
Le sanzioni economiche sono una delle armi preferite dall’occidente per tentare di piegare i paesi che non sottostanno alle direttive loro imposte in campo politico ed economico ma come appare sempre più chiaro i risultati ottenuti sono del tutto negativi.
Le nazioni a cui gli Stati Uniti e i paesi a loro assoggettati, come l’Unione Europea, applicano sanzioni sono numerosi ma i risultati di questa politica punitiva non sono quelli che ci si aspetterebbe. Infatti, come è oramai noto, le sanzioni non fermano la crescita economica del paese che le subisce. Esistono poi i paradossi dove le sanzioni si ritorgono contro chi le promuove, come nel caso della Federazione Russa, sanzionata abbondantemente per l’invasione in Ucraina. In questo caso sono proprio le economie dei paesi europei a subirne le conseguenze mentre Mosca quasi non se ne accorge.
Uno dei provvedimenti presi contro la Federazione Russa è anche l’embargo sulla vendita di prodotti petroliferi raffinati come il gasolio. Questo ha fatto sì che molti paesi tra cui l’Arabia Saudita hanno enormemente aumentato l’importazione di diesel per poi rivenderlo proprio a noi che applichiamo tale divieto. Un bell’affare non c’è che dire.
La Federazione Russa ha aumentato le esportazione verso Riad sia direttamente che con trasferimenti in alto mare da una petroliera all’altra, denominati ship to ship. Il boom di esportazioni di gasolio russo verso l’Arabia Saudita è iniziato dopo il 5 febbraio. data in cui è iniziato il divieto di importazione nell’Unione Europea dei prodotti raffinati russi.
Una volta ricevuto il gasolio russo le raffinerie saudite raffinano ulteriormente i prodotti e di fatto lo rendono nuovamente vergine e pronto per essere venduto sui mercati europei.
Prima dell’inizio dell’embargo sui prodotti raffinati russi l’Unione Europea importava dalla Federazione Russa 600 mila barili al giorno. adesso le importazione di questi prodotti dall’Africa e dall’Asia è notevolmente aumentata. Anche paesi nord africani come Algeria e Tunisia hanno aumentato notevolmente le loro importazione di diesel russo che poi finisce nei distributori di gasolio in Europa.
Intanto il Ministero del Petrolio iraniano ha annunciato che il paese ha raggiunto il livello massimo di esportazione di petrolio dal 2018, anno in cui gli Stati Uniti hanno applicato sanzioni al paese persiano.
Il Ministro del Petrolio Yavad Oyi ha dichiarato che l’Iran ha esportato nell’ultimo anno 86 milioni di barili di petrolio in più rispetto all’anno precedente e 198 milioni di barili in più rispetto al 2020. Ha continuato affermando che ciò è stato possibili nonostante le numerose sanzioni applicate al suo paese dai soliti Stati Uniti. Secondo quanto affermato dalla Casa Bianca nel 2018 le sanzioni avrebbero dovuto azzerare le esportazioni di greggio dall’Iran, ma come è oramai evidente a tutti le sanzioni non servono per bloccare le economie dei paesi sottoposti a tali provvedimenti.
Anche le esportazioni di gas sono aumentate del 15 per cento nel corso dell’ultimo anno, secondo quanto comunicato da Yavad Oyi, riporta Hispan TV. Nel 2022 la produzione media di greggio iraniano, secondo i dati forniti dall’OPEC, aveva raggiunto la quota di 2.554.000 barili giornalieri con un aumento del 6,7 per cento rispetto al 2021.
Secondo la società britannica di consulting Acorn i paesi aderenti ai BRICS, Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa hanno superato i paesi del G7 in termini di prodotto interno lordo (PIL). Se consideriamo che proprio l’Iran, la Russia e la Cina, anche se in maniera meno forte che gli altri due paesi, sono sottoposti a sanzioni appare chiaro che alla fine questi provvedimenti punitivi hanno un impatto modesto o almeno meno importante di quanto ci aspetteremmo.
I motivi sono molteplici ma credo che i più importanti siano che attualmente le economie dei paesi sanzionati continuano a prosperare anche perché hanno relazioni dirette tra di loro. Poi non bisogna dimenticare che le sanzioni sono un provvedimento preso a livello politico dalla nostra classe dirigente che dovrebbe colpire le economie dei paesi sanzionati ma che non rispecchiano la realtà finanziaria.
Ma siccome l’economia non è più guidata dalla politica che invece è manipolata dall’economia stessa le sanzioni ovviamente non hanno effetto. Insomma la nostra classe politica crede di poter fermare l’economia di un paese con uno o più provvedimenti sanzionatori ma non si rende conto invece che l’economia non può essere fermata da una sanzione. Ci sarà sempre qualcuno che troverà il modo per aggirare questi provvedimenti.
Esempio tipico potrebbe essere quanto sopra riportato ovvero la vendita da parte della Russia del diesel all’Arabia Saudita che poi , dopo averlo ulteriormente raffinato, lo rivende ai paesi europei. Ciò avviene anche con il petrolio iraniano o venezuelano che viene miscelato con il 51 per cento di petrolio proveniente da altri paesi e così miracolosamente scompare e diventa legale la sua vendita.
I nostri politici come al solito credono di avere il controllo dell’economia ma in realtà sono loro che sono manovrati come burattini dai signori della finanza e dell’economia in genere.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info