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IL GOVERNO TEDESCO PAGAVA CENTINAIA DI GIORNALISTI 

Secondo quanto riportato in un documento ufficiale il governo tedesco ha pagato un totale di 1.471.000 euro negli ultimi cinque anni per servizi di supporto mediatico al lavoro delle autorità governative.

In Germania il governo ha pagato negli ultimi cinque anni almeno 200 giornalisti prevalentemente operanti nella televisione e nella radio per servizi che includono la moderazione di dibattiti ed eventi politici, e la creazione di contenuti audiovisivi.

I giornalisti avrebbero ricevuto compensi dal governo tedesco per i loro servizi ma di fatto avrebbero poi potuto sottacere su quanto avveniva nella vita politica del paese. Si potrebbe poi ipotizzare che il sistema avesse anche lo scopo di addomesticare l’informazione usandola anche per diffondere notizie e fatti favorevoli all’esecutivo oppure per impedire che venissero pubblicate informazioni difformi dalle direttive imposte dal governo.

Una specie di contratto non scritto in cui il giornalista, avendo commissioni dal governo, si sarebbe potuto astenere dal pubblicare ciò che andava contro le politiche governative e proporre all’opinione pubblica, nei suoi servizi, la posizione ufficiale governativa.

Secondo il documento fornito in base a una richiesta di alcuni deputati, le agenzie che hanno emesso tali richieste includono i ministeri del lavoro, dell’economia, dei trasporti, dell’agricoltura, dell’istruzione, il ministero degli Esteri federale e il commissario del governo federale per le migrazioni, i rifugiati e l’integrazione.

Nel documento i nomi dei giornalisti non figurano e sono identificati solamente con un numero mentre appaiono i nomi dei media per cui lavoravano e le date dei pagamenti.

Si ricava quindi che i 116 giornalisti di ARD, ZDF e Deutschlandradio hanno ricevuto un totale di 875.231 euro e altri 596.596 euro sono stati sborsati a 84 dipendenti dei media privati.

“Se i rappresentanti della stampa ricevono onorari dai ministeri o dalla Cancelleria, questo è un pezzo di corruzione del cosiddetto quarto potere. In queste circostanze, non ci può essere alcuna questione di distanza dallo stato e di controllo indipendente e critico dell’azione politica”, ha commentato al media tedesco Rupert Scholz, avvocato costituzionalista ed ex ministro della difesa. (RT)

Che molti giornalisti seguano le indicazioni impartite dai governi e soprattutto dalla Casa Bianca non è una novità ma il caso tedesco rivela una situazione che molti conoscono e vivono ma, per continuare ad essere famosi giornalisti e apparire frequentemente nei talk show, non rivelano.

Nel settembre 2014 in Germania un famoso giornalista della testata giornalistica Frankfurter Allgemeine Zeitung  Udo Ulfkotte, inviato di guerra e poi caporedattore di politica estera,  aveva scritto un libro intitolato “Giornalisti comprati” in cui denunciava di essere stato per ben 17 anni nel libro paga della Casa Bianca per fornire informazioni a loro convenienti. 

Il libro avrebbe dovuto sconquassare il mondo dell’informazione ma fu semplicemente ignorato e tutto finì a tarallucci e vino anche perché scriveva che non solo lui stava nel libro paga della Casa Bianca ma anche centinaia di altri operatori dell’informazione internazionale vi si trovavano.

Nel suo libro Udo Ulfkotte scrive che “Sono centinaia i giornalisti di tutti i Paesi europei che lavorano per i propri servizi segreti o per quelli statunitensi. Il loro compito è quello di obbedire e favorire la Casa Bianca. Sanno benissimo che potrebbero facilmente perdere il loro lavoro nei media se non rispettassero l’agenda pro-occidentale”. 

“I media tedeschi e americani stanno cercando di portare la guerra in Europa e di portarla in Russia. Siamo a un punto di non ritorno e io voglio alzare la voce e dire che non è giusto quello che ho fatto in passato, ho manipolato le persone e ho fatto propaganda contro la Russia. Sono stato corrotto da miliardari e dagli americani per non riferire la verità. Io mi sento manipolato, non mi hanno permesso di dire quello che sapevo”, continua il giornalista.

Udo Ulfkotte spiega con dovizia di particolari come funziona il sistema e quali benefit riceve il giornalista che decide di prestarsi a questo tipo di informazione drogata.

“I giornalisti vengono spesso avvicinati di nascosto. Niente soldi. Usufruiscono di compensi sotto forma di regali, di viaggi gratuiti, opportunità di entrare in una rete di relazioni precostituite dalle varie agenzie di spionaggio, funzionali alla propria carriera e lavoro. Loro ti invitano a vedere gli Usa, pagano tutto, ti riempiono di benefit, ti corrompono. Sei invitato a intervistare politici americani, ti accosti sempre di più ai circoli del potere. E allora tu vuoi rimanere all’interno di questo cerchio dell’élite, quindi scrivi per far loro piacere. Tutti vogliono essere un giornalista noto che ha accesso esclusivo a politici famosi. Molto più importante del denaro e dei doni, è il fatto che ti viene offerto supporto se scrivi pezzi che sono filoamericani o filo Nato. Se non lo fai, la tua carriera non andrà da nessuna parte. Sono contatti non ufficiali, collaborazioni non ufficiali, ti dicono che sono “amici”, sono scambi di favori continui e il tuo cervello viene lavato. Ho molti contatti con i giornalisti britannici e francesi: hanno tutti fatto lo stesso percorso”. (Tratto da “Sotto la notizia niente” di Franco Fracassi) 

Quindi non c’è da stupirsi per il documento che mette in chiaro i compensi ricevuti dai giornalisti tedeschi per le loro attenzioni. Ovviamente questo probabilmente non accade solo in Germania.

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

Un pensiero su “IL GOVERNO TEDESCO PAGAVA CENTINAIA DI GIORNALISTI”
  1. Un documento illuminante della stomachevole propaganda condotta attualmente sui media di ambo le parti (filo putiniana e filo atlantista) e che esalta maggiormente il coraggio dei commentatori controcorrente.

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