centrale idroelettrica di Kajovkacentrale idroelettrica di Kajovka

DISTRUTTA LA DIGA DI KAJOVKA 

 

Un attacco dell’esercito ucraino ha distrutto parte della centrale idroelettrica di Kajovka questa notte provocando la fuoriuscita di parte dell’acqua in essa contenuta, in pericolo migliaia di persone oltre ad un incalcolabile danno ambientale.

Come era Prevedibile da  Kiev e Bruxelles hanno descritto l’attacco ucraino alla centrale idroelettrica di Kajovka come un “atto atroce” e di “brutalità” di cui ritengono la parte russa responsabile.

Secondo Kiev, e ovviamente Bruxelles, l’esercito russo continuerebbe a bombardarsi da solo, cosa questa che in passato avevano già sostenuto, infatti per loro la Russia sarebbe responsabile della distruzione dei gasdotti North Stream, dell’attentato sul ponte di Crimea, dell’omicidio della figlia di Dugin e di molte altre azioni terroristiche avvenute negli ultimi mesi.

Le affermazioni di diversi media ucraini e occidentali che ritengono le truppe russe responsabili della distruzione delle valvole della centrale idroelettrica di Kajovka sono “insinuazioni e notizie false”, ha detto il sindaco della città di Nóvaya Kajovka Vladimir Leontiyev in un programma televisivo.

“La centrale, situata nella provincia di Jerson, è stata attaccata con missili dalle forze ucraine dalla scorsa estate”, ha ricordato il funzionario. “C’è stato un giorno in cui più di 70 proiettili HIMARS sono stati lanciati contro di lei”, ha affermato Leóntiyev.

La distruzione parziale della diga mette in serio pericolo le persone che vivono nelle 14 località situate sulle rive del fiume Dnieper che si trovano nella zona a rischio di alluvione. In quelle località vivono più di 22.000 persone.

A seguito del bombardamento la  struttura della centrale idroelettrica è stata parzialmente distrutta, il che ha successivamente portato alla distruzione di tre delle campate della diga a  causa della pressione dell’acqua.

La distruzione delle valvole ha fatto sì che l’acqua della diga iniziasse a scaricarsi in modo incontrollato, e Leontiv ha definito gli attacchi un “grave atto di terrorismo”. Nel territorio del distretto urbano di Nóvaya Kajovka è stato dichiarato uno stato di emergenza a causa delle inondazioni causate dalla distruzione della diga.

La senatrice russa e rappresentante dell’organo esecutivo della repubblica di Crimea, Olga Kovitidi, prevede anche che la distruzione della diga causerà danni “colossali” all’ecosistema e quindi all’economia e alla società della regione. Per l’attacco le forze ucraine avrebbero usato il sistema di lanciarazzi multiplo Alder MLRS.

Sul fronte delle responsabilità i commenti che accusano l’esercito russo non mancano. Il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha definito  su Twitter il bombardamento di lunedì 5 giugno come “un atto atroce, che dimostra ancora una volta la brutalità della guerra russa in Ucraina”, che “mette migliaia di civili a rischio e causa gravi danni ambientali”.

A sua volta, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha condannato l’attacco alla diga e lo ha definito un crimine di guerra, aggiungendo che la “responsabilità è della  Russia e ai suoi ‘proxies'”.

Ma chi beneficia, tra i due paesi in conflitto, della distruzione della diga. La risposta non è semplice, Francesco Dall’Aglio cerca di fare il punto.

Secondo l’Ucraina l’idea di base è che la distruzione della diga convenga all’esercito russo, che così impedirà a quello ucraino di attraversare il Dnieper e avanzare in direzione della Crimea, visto che, come sempre, l’offensiva ucraina è data per inarrestabile; mentre non conviene a quello ucraino, che deve lasciare le sue posizioni. Questa posizione non è del tutto campata in aria, ma ci sono alcune cose da considerare, sia dal punto di vista strettamente militare che delle conseguenze sul territorio.

Dal punto di vista militare, la sponda sinistra del fiume (quella sulla quale sono attestati i russi) è più BASSA della sponda destra, il che significa che la maggior parte dell’acqua defluirà da quelle parti: e questo significa che saranno in realtà i russi a dovere sgomberare la zone e ad arretrare le loro posizioni, abbandonando i trinceramenti e i campi minati che hanno messo in piedi da questa estate dopo avere lasciato la sponda destra del fiume e la città di Cherson stessa. 

A proposito, la motivazione più valida per l’abbandono di quelle posizioni era proprio questa. In caso di distruzione della diga i reparti russi si sarebbero trovati isolati e sarebbe stato impossibile rifornirli, e penso non sia il caso di dimenticare che esattamente per questo motivo l’esercito ucraino bombardava la diga con i missili, dando poi la colpa ai russi. Che l’abbiano fatto in passato non significa naturalmente che l’abbiano fatto anche stanotte, ma il precedente c’è. 

Per quanto riguarda la complicazione dello sbarco ucraino andrebbe ricordato che, al momento, preparativi per questo sbarco non se n’erano visti, e che uno sbarco senza supremazia aerea è impensabile a meno che non si tratti, come fatto finora, di infiltrare piccoli gruppi per vedere come sono messe le difese. Difese che, ripeto, ora vanno completamente ripensate dai russi, mentre quelle ucraine sull’altra sponda restano sostanzialmente intatte con l’eccezione di quelle proprio sulla riva del fiume. Sempre a proposito di sbarchi, l’allagamento complicherebbe anche i piani dei russi se volessero tentarlo loro, e anche di questa cosa finora non c’è traccia. Quindi dal punto di vista strettamente militare non è così semplice da stabilire chi ricaverà i maggiori vantaggi. 

Michael Kofman, uno degli analisti di War on the Rocks, certo non sospettabile di simpatie filo-russe, aveva infatti detto in uno dei suoi podcast che far saltare la diga, per i russi, “sarebbe essenzialmente spararsi in un piede”.

Secondo questa analisi, a mio avviso, la distruzione della diga favorisce l’esercito ucraino anche perché , così facendo, i militari russi probabilmente dovranno essere pure dislocati in quelle zone per aiutare la popolazione civile ad evacuare le zone sommerse dalle acque, sottraendo le truppe dal fronte. Ciò favorirebbe la tanto annunciata controffensiva ucraina.

Quindi, seguendo questa analisi, è ovvio che i russi non avrebbero avuto nessun interesse a distruggere la diga, come non ne avevano a sabotare il North Stream ed il ponte di Crimea nonostante Zelensky affermi che i russi  sono nel panico in vista dell’offensiva che sta per partire, e che dunque avrebbero deciso di affogare i propri concittadini.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

Riceviamo dall’Ambasciata della Federazione Russa di Roma.

La Russia ha più volte denunciato i piani del regime criminale di Kiev di distruggere la diga di Kakhovka, nella regione di Kherson.

Nella sua lettera del 21 ottobre 2022 il Rappresentante Permantente della Federazione Russa presso le Nazioni Unite, Amb. Vasily Nebenzya, aveva esplicitamente invitato il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, e l’allora Presidente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, Rappresentante Permanente del Gabon presso le Nazioni Unite, Amb. Michel Xavier Biang, ad intervenire per scongiurare quel terribile crimine e coinvolgere in questa attività tutti i membri responsabili della comunità internazionale.

I fatti della scorsa notte a Kherson, purtroppo, danno ragione all’Amb. Vasily Nebenzya e evidenziano a che cosa porta l’indifferenza nei confronti delle preoccupazioni espresse dalla Russia e il favoreggiamento e la condiscendenza per il regime di Kiev.

Chissà quali altri perfidi piani esso stia ancora maturando?

Traduzione in lingua italiana della lettera, del 21 ottobre 2022, del Rappresentante Permanente della Russia presso l’ONU, Amb. Vasily Nebenzya, indirizzata al Segretario Generale e al Presidente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU

“Vorrei richiamare la vostra attenzione ai piani del regime di Kiev di distruggere la diga della centrale idroelettrica di Kakhovka nella regione di Kherson. In particolare, le forze ucraine stanno esaminando la possibilità di sganciare mine navali lungo il fiume Dnepr oppure di effettuare un massiccio colpo missilistico. Registriamo anche bombardamenti aerei contro le chiuse della centrale idroelettrica ai fini di far salire il livello dell’acqua nel fiume.

Tale spericolato attacco da parte dell’Ucraina risulterà nell’allagamento catastrofico dei territori circostanti e nel danno irreparabile per la stessa città di Kherson. Il prezzo può essere quello di migliaia di vittime assolutamente innocenti. Tutta la responsabilità per le conseguenze di questo scenario devastante sarà delle autorità di Kiev e dei loro complici occidentali.

Al fine di evitare questo pericolo per la popolazione civile, la Russia sta attualmente effettuando un’evacuazione di massa dei cittadini dalla riva destra del Dnepr.

Vi invito insistentemente a fare tutto il possibile per scongiurare questo crimine immane.

Sarò riconoscente per la promulgazione della presente lettera come documento del Consiglio di Sicurezza.

/firma/ Vasily Nebenzya”

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