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PRESENTATA RISOLUZIONE CONTRO CUBA AL PARLAMENTO EUROPEO 

 

Presentata al Parlamento Europeo l’ennesima proposta di risoluzione contro Cuba dai deputati Anna Fotyga, Angel Dzhambazki, Hermann Tertsch, Jadwiga Wiśniewska, Witold Jan Waszczykowski, Assita Kanko, Charlie Weimers del Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei, gruppo a cui aderisce anche Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, intitolata “Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione dell’accordo di dialogo politico e di cooperazione UE-Cuba alla luce della recente visita dell’alto rappresentante nell’isola”.

La risoluzione presentata ha lo scopo di mettere fine all’accordo di dialogo politico e di cooperazione (ADPC) sottoscritto tra Unione Europea e Cuba. Per ottenere questo risultato i presentatori della proposta di risoluzione usano nuovamente presunte violazioni dei diritti umani compiuti dal governo cubano nei confronti del suo popolo certificati, non a caso, da istituzioni ed organizzazioni non governative che fanno capo a gruppi controrivoluzionari finanziate proprio dagli stessi Stati Uniti.

Risulta piuttosto difficile commentare la quantità esorbitante di menzogne che i firmatari usano per legittimare la propria proposta di risoluzione, quindi mi limiterò a pubblicare il testo integrale della risoluzione sperando che i lettori abbiano la forza di leggere tutto il documento. Per chi volesse conoscere quali sono le conquiste sociali a Cuba può leggere questo articolo.

Di seguito il testo integrale della risoluzione:

 

Il Parlamento europeo,

– viste le sue precedenti risoluzioni su Cuba,

– visto l’accordo di dialogo politico e di cooperazione (ADPC) tra l’Unione europea e Cuba, che è stato firmato nel dicembre 2016 e applicato in via provvisoria dal 1º novembre 2017[1],

– visto il terzo dialogo formale sui diritti umani nel quadro dell’ADPC, svoltosi il 26 febbraio 2021,

– viste le relazioni di organizzazioni per i diritti umani come Human Rights Watch, Human Rights Foundation e Prisoners Defenders,

– visto il capitolo IV.B su Cuba della relazione annuale 2020 della Commissione interamericana dei diritti dell’uomo (IACHR),

– vista la comunicazione del 6 novembre 2019 all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani da parte del relatore speciale sulle forme contemporanee di schiavitù, comprese le sue cause e le sue conseguenze, e del relatore speciale sulla tratta di persone, in particolare donne e bambini, sulle brigate mediche cubane,

 

– viste le conclusioni del più recente esame periodico universale su Cuba, del 2018, sulle brigate mediche cubane,

– viste le relazioni mensili del 2021 dell’Osservatorio cubano per i diritti umani sulle azioni repressive e le detenzioni arbitrarie,

– vista la dichiarazione resa il 15 luglio 2021 dall’IACHR e dai suoi relatori speciali sui diritti economici, sociali, culturali e ambientali e sulla libertà di espressione,

– vista la denuncia presentata l’8 settembre 2021 dall’Osservatorio cubano per i diritti umani (OCDH) al rappresentante speciale dell’UE per i diritti umani, Eamon Gilmore, sulla repressione nei confronti dei manifestanti a Cuba,

– vista la dichiarazione resa il 29 novembre 2021 dall’IACHR e dal suo relatore speciale per la libertà di espressione sulle azioni repressive dello Stato cubano che hanno impedito la marcia civica che era stata programmata per il 15 novembre 2021 a Cuba,

– vista la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti, adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1984, di cui Cuba è uno Stato parte,

– vista la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, di cui Cuba è firmataria,

– visti la Costituzione cubana e il relativo codice penale,

– visti il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici e gli altri trattati e strumenti internazionali in materia di diritti umani,

– vista la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea,

– visto l’articolo 132, paragrafo 2, del suo regolamento,

 

A. considerando che il sistema comunista imposto gradualmente a Cuba esclude qualsiasi prospettiva di cambiamento democratico, in quanto l’articolo 5 della Costituzione cubana afferma che il “Partito comunista di Cuba, unico, martiano, fidelista, marxista e leninista” è la forza politica dirigente superiore della società e dello Stato, mentre gli articoli 4 e 229 definiscono l’attuale sistema politico come irreversibile;

B. considerando che l’articolo 3 della Costituzione cubana stabilisce che un sistema basato su un unico partito politico è dichiarato “irrevocabile”; che l’articolo 224 vieta alle generazioni attuali di alterare la futura irreversibilità del socialismo, nonché l’attuale sistema politico e sociale;

C. considerando che l’attuale sistema politico di Cuba è incompatibile con le richieste dell’UE di concludere accordi di cooperazione; che il rispetto dei diritti umani, civili, politici, economici, sociali e culturali è essenziale per l’UE ed è uno dei suoi principali obiettivi nelle sue relazioni con gli altri paesi;

D. considerando che gli articoli da 72 a 84 del codice penale cubano contengono la definizione di “stato di pericolo” e “misure di sicurezza pre-penali”, in virtù delle quali migliaia di persone sono condannate ogni anno a una pena detentiva compresa tra uno e quattro anni, senza che vi sia alcun reato imputabile, più di 8 000 persone sono state incarcerate e oltre 2 500 sono state condannate ai lavori forzati senza internamento;

E. considerando che fra il 2012 e il 2023 Cuba è stato il terzo paese al mondo per numero di richieste di misure urgenti a norma dell’articolo 30 della Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate;

F. considerando che il processo di organizzazione del referendum costituzionale del 24 febbraio 2019 per l’istituzione di una nuova costituzione non è stato caratterizzato da un’adeguata consultazione nazionale; che tale processo è servito solo a garantire che il partito comunista mantenesse il potere in un paese privo di un sistema politico multipartitico, delle libertà fondamentali o dei diritti civili o politici, rafforzando così l’appropriazione centralizzata dello Stato da parte del partito comunista e il suo controllo dell’economia;

G. considerando che nell’ottobre 2019 l’Organizzazione degli Stati americani ha formulato una denuncia storica dichiarando che gli attuali tentativi di destabilizzare i sistemi politici latinoamericani hanno origine nella strategia delle dittature bolivariane e cubane, le quali hanno finanziato, sostenuto e promosso i conflitti politici e sociali nella regione dell’America latina;

H. considerando che nell’ottobre 2020 il gruppo di lavoro sulla detenzione arbitraria del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha concluso che le detenzioni arbitrarie avvenute negli ultimi decenni a Cuba non sono casi isolati, ma piuttosto rientrano in “una pratica sistematica […] alla quale […] le autorità cubane partecipano da decenni”; che tali detenzioni arbitrarie fanno parte in modo evidente delle limitazioni costanti e strutturali dell’esercizio pacifico da parte dei cittadini del diritto alla libertà di parola, di espressione, di riunione, di associazione e di partecipazione; che la detenzione arbitraria è utilizzata per limitare le attività che difendono i diritti umani;

I. considerando che nel marzo 2020, nel pieno della pandemia di COVID-19, le autorità del regime cubano hanno aggravato le sofferenze inflitte al popolo cubano trattenendo arbitrariamente alla dogana nel porto di Mariel la fornitura di aiuti umanitari a 15 000 famiglie cubane, consistenti in prodotti alimentari e igienici spediti dagli Stati Uniti nell’ambito dell’iniziativa “Solidaridad Entre Hermanos”;

J. considerando che nel maggio 2021 un gruppo di esperti del Congresso degli Stati Uniti ha affermato che il Venezuela e Cuba sono governati da regimi autoritari che reprimono l’opposizione politica e i difensori dei diritti umani;

K. considerando che il governo degli Stati Uniti ha definito lo Stato cubano come sostenitore del terrorismo e ha ampliato il suo elenco di sanzioni contro la dittatura cubana, includendovi funzionari di alto livello del ministero dell’Interno e dirigenti delle truppe di prevenzione delle forze armate rivoluzionarie, a causa degli abusi commessi contro manifestanti pacifici; che, nel frattempo, l’UE ha mantenuto in vigore accordi di cooperazione con paesi terzi, nonostante alcuni di questi paesi violino sistematicamente le clausole di rispetto dei diritti umani, considerate essenziali nell’ambito dell’ADPC UE-Cuba;

L. considerando che nel febbraio 2021 il capo della delegazione dell’UE a Cuba, Alberto Navarro, che dipende dal vicepresidente della Commissione / alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) Josep Borrell, ha inviato una lettera aperta al presidente degli Stati Uniti Joe Biden chiedendo lo “smantellamento del sistema di sanzioni” imposto a Cuba; che tale azione ha violato le norme più basilari di buona condotta e di etica professionale nell’ambito della diplomazia e del servizio pubblico richieste per la sua posizione, dimostrando una totale mancanza di imparzialità; che, in tutti questi anni, anche il VP/AR Josep Borrell ha ripetutamente chiesto la revoca dell’embargo imposto alla dittatura per le sue atrocità;

M. considerando che l’11 luglio 2021 si è svolta una serie di manifestazioni di massa in diverse città cubane in modo libero, spontaneo, civile e pacifico; che l’obiettivo principale era strettamente quello di esercitare il diritto di riunione e la libertà di espressione; che i manifestanti hanno chiesto il rispetto del diritto alla libertà, alla democrazia e a un’alimentazione dignitosa; che hanno inoltre chiesto le dimissioni del presidente Miguel Díaz-Canel;

N. considerando che, in risposta a tali manifestazioni pacifiche, il presidente Díaz-Canel ha avviato una dura repressione con innumerevoli detenzioni arbitrarie, sparizioni forzate e casi di tortura; che centinaia di persone sono state poste agli arresti domiciliari e migliaia di altre persone sono state incarcerate, private del diritto all’autodifesa e condannate in procedimenti sommari, senza poter beneficiare di un giusto processo; che altri cittadini detenuti sono stati rilasciati in via provvisoria, dietro versamento di una cauzione esorbitante; che, fra i detenuti, sono scomparsi diversi membri del consiglio di amministrazione del Consiglio per la transizione democratica di Cuba, in particolare il presidente José Daniel Ferrer García e il vicepresidente Félix Navarro Rodríguez;

O. considerando che il regime ha bloccato Internet per diversi giorni, in modo che i cittadini non potessero denunciare pubblicamente gli atti di repressione e le violazioni dei diritti umani che stavano subendo; che il ministro degli Affari esteri cubano, Bruno Rodríguez, ha descritto il tentativo degli Stati Uniti di ripristinare il segnale Internet sull’isola come un atto di “aggressione”;

P. considerando che numerose diverse entità non governative indipendenti a Cuba, come il Consiglio per la transizione democratica di Cuba, di cui fa parte l’Unione patriottica di Cuba, Cuba Decide, l’Osservatorio cubano per i diritti umani, la rete delle donne di Cuba e Cuban Prisoners Defenders, hanno denunciato il fatto che sia il decreto-legge 35/2021[2] che la risoluzione 105[3] criminalizzano le azioni controrivoluzionarie che contrastano, mettono in discussione, criticano e/o cercano di modificare il modello di regime dittatoriale predominante nel paese; che tali leggi costituiscono una flagrante violazione di tutti i diritti alla libertà di espressione, di opinione e di manifestazione che i cubani possono cercare di esercitare;

Q. considerando che l’11 dicembre 2020 la delegazione del Parlamento europeo per le relazioni con i paesi dell’America centrale ha tenuto un’audizione online su Cuba, durante la quale i partecipanti della società civile Berta Soler (Dama de blanco), José Daniel Ferrer (Unione patriottica di Cuba), Luis Manuel Otero Alcántara (Movimento San Isidro), Dagoberto Valdés (Convivencia) e Reinaldo Escobar (quotidiano 14yMedio) non hanno potuto avere accesso a Internet; che il giorno precedente tale riunione Berta Soler era stata detenuta per ore, mentre Reinaldo Escobar è stato detenuto e interrogato per cinque ore dopo la fine della riunione; che, nelle prime ore dell’11 dicembre, un gran spiegamento di forze di sicurezza dello Stato ha circondato la casa di José Daniel Ferrer e il suo accesso a Internet è stato bloccato; che, in risposta a tali azioni inaccettabili, il presidente della delegazione per le relazioni con i paesi dell’America centrale, il presidente della commissione per gli affari esteri del Parlamento e il vicepresidente del Parlamento hanno firmato una dichiarazione comune di condanna nei confronti delle operazioni del regime;

R. considerando che nel giugno 2023 l’IACHR ha accertato la responsabilità del governo cubano per la morte degli attivisti per la democrazia Oswaldo Payá e Harold Cepero, deceduti in un incidente automobilistico nel 2012; che l’IACHR ha concluso che nella loro morte erano direttamente coinvolti agenti statali e che il regime cubano aveva violato il diritto di Oswaldo Payá e Harold Cepero alla vita, all’onore e alla libertà di espressione;

S. considerando che, nel valutare la situazione dei diritti umani a Cuba nella sua relazione annuale 2022, l’IACHR ha deciso di includere un capitolo speciale su Cuba (capitolo IV.B); che, secondo l’IACHR, la situazione sull’isola si configura come una grave violazione degli elementi e delle istituzioni fondamentali della democrazia rappresentativa previsti dalla Carta democratica interamericana; che l’IACHR reputa tali elementi e tali istituzioni essenziali per la difesa dei diritti umani; che l’IACHR riconosce che il regime cubano ha commesso massicce, gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani garantiti dalla Dichiarazione americana sui diritti e doveri dell’uomo, dalla Convenzione americana sui diritti dell’uomo e da altri strumenti applicabili in materia di diritti umani;

T. considerando che nel maggio 2022 il Comitato contro la tortura[4] ha esortato Cuba ad adottare misure per prevenire o porre fine alle detenzioni arbitrarie, le vessazioni, le intimidazioni, le minacce e le azioni volte a screditare i difensori dei diritti umani, come pure a indagare su tutti i decessi che avvengono mentre le persone sono private della libertà, e a garantire l’indipendenza e l’imparzialità della procura e della magistratura;

U. considerando che, nella sua relazione annuale 2023 su Cuba, Human Rights Watch denuncia il fatto che il regime cubano continua a reprimere il dissenso e a proibire le critiche pubbliche; che critica altresì l’uso sistematico, da parte del regime, di detenzioni arbitrarie a breve e a lungo termine per vessare e intimidire coloro che esprimono una voce critica, gli attivisti indipendenti, gli artisti, i manifestanti e altri; che centinaia di persone che hanno criticato il regime rimangono in carcere, tra cui molti di coloro che hanno partecipato alle manifestazioni storiche del luglio 2021; che il regime cubano imputa all’embargo statunitense tutti i problemi economici dell’isola, mentre i livelli di povertà a Cuba non sono altro che il risultato del fallimento totale del suo sistema economico e produttivo; che il regime cubano usa la situazione economica come pretesto per i suoi abusi e come mezzo per ottenere il sostegno di governi stranieri i quali altrimenti potrebbero essere propensi a condannare più energicamente le pratiche repressive del paese;

V. considerando che, nella sua risoluzione del 10 giugno 2021, il Parlamento ha ricordato al Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) che la partecipazione della società civile ai dialoghi politici e ai progetti di cooperazione nel quadro dell’ADPC è un elemento fondamentale dell’accordo; che la società civile è esclusa dall’accesso ai fondi di cooperazione e dalla partecipazione all’ADPC; che, nel frattempo, la partecipazione all’ADPC e l’accesso a tali fondi sono consentiti esclusivamente alle società controllate o partecipate dallo Stato cubano, così come è avvenuto sin dalla firma dell’accordo; che il SEAE dovrebbe adoperarsi per cambiare questa situazione inaccettabile;

W. considerando che il Parlamento ha conferito il Premio Sacharov per la libertà di pensiero ad attivisti cubani in tre occasioni: nel 2002 a Oswaldo Payá, nel 2005 alle Damas de Blanco (Donne in bianco) e nel 2010 a Guillermo Fariñas; che i vincitori del premio Sacharov e le loro famiglie continuano ad essere perseguitati e intimiditi in modo sistematico e che a chi vive sull’isola è sistematicamente impedito di lasciare il paese per partecipare a eventi internazionali ed eventi organizzati dal Parlamento europeo;

X. considerando che, sebbene la risoluzione del Parlamento del 28 novembre 2019 sul caso José Daniel Ferrer abbia esortato il “SEAE e la Commissione a sostenere attivamente i gruppi della società civile e le persone che difendono i diritti umani a Cuba, anche organizzando visite nelle carceri, monitorando i processi e rilasciando dichiarazioni pubbliche”, in nessun caso vi è stata una visita a un prigioniero politico in carcere né è stato monitorato un processo celebrato nei confronti di oppositori, dissidenti, attivisti per i diritti umani o attivisti indipendenti della società civile da parte dell’attuale capo della delegazione dell’UE a Cuba, Isabel Brilhante Pedrosa, e della sua squadra;

Y. considerando che, nonostante anni di insistenza sulla necessità di visitare l’isola, le autorità cubane rifiutano sistematicamente di consentire alle commissioni, alle delegazioni e ai gruppi politici del Parlamento, alle organizzazioni internazionali per i diritti umani e ad altri osservatori indipendenti della situazione dei diritti umani, compresi i relatori speciali delle Nazioni Unite, di entrare a Cuba;

Z. considerando che altri alleati autoritari del regime cubano, tra cui Russia, Venezuela, Cina e Bielorussia, mantengono una stretta cooperazione in materia militare e di sicurezza; che tale cooperazione comprende il gruppo Wagner, che ha schierato un contingente di soldati in Venezuela per rafforzare la sicurezza del presidente Nicolás Maduro di fronte alle proteste dell’opposizione;

AA. considerando che nel 2021 il Segretario di Stato statunitense ha affermato che il sostegno di Cuba a Nicolás Maduro ha creato un ambiente che consente ai terroristi internazionali di vivere in Venezuela;

AB. considerando che nel gennaio 2021 il Segretario di Stato degli Stati Uniti ha denunciato il sostegno del regime cubano al terrorismo internazionale e alla sovversione del sistema giudiziario statunitense; che il Segretario di Stato ha osservato il rifiuto di Cuba di estradare dei membri dell’esercito di liberazione nazionale colombiano a seguito dell’attentato dinamitardo del 2019 ai danni di un’accademia di polizia di Bogotá, dove sono morte 22 persone;

AC. considerando che vaste regioni dell’America latina sono tenute in ostaggio da regimi non democratici ispirati al comunismo e operanti nel contesto di Cuba e di iniziative quali il Forum di San Paolo e il gruppo Puebla; che tali regimi sono tutti poli di produzione e traffico di droga; che si infiltrano nei centri di potere per imporre la loro agenda ideologica e politica attraverso violenze e persecuzioni governative, causando un’oppressione sistemica, povertà, miseria e carenze croniche di cibo e medicinali nella regione;

AD. considerando che Cuba e la Russia mantengono relazioni molto strette, non solo diplomatiche ma anche politiche, economiche, strategiche e militari, come dimostrato dall’incontro tenutosi a Mosca nel novembre 2022 tra il presidente cubano Miguel Díaz-Canel e il presidente russo Vladimir Putin, durante il quale hanno affermato che i loro legami bilaterali sono “significativi”;

AE. considerando che Cuba definisce essenziale la commissione intergovernativa cubano-russa per la collaborazione economico-commerciale e tecnico-scientifica; che il regime cubano ha sempre pubblicamente apprezzato il voto di Mosca in seno alle Nazioni Unite a favore di una risoluzione cubana contro l’embargo imposto dagli Stati Uniti all’isola;

AF. considerando che l’ultima visita ufficiale a Cuba del ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, nell’aprile 2023, durante la quale Lavrov ha tenuto un incontro con la sua controparte cubana, Bruno Rodríguez, si è concentrata sulla promozione della cooperazione politica, economica, educativa e culturale; che, in tale riunione, entrambi i ministri hanno valutato le loro relazioni bilaterali come eccellenti e hanno affermato che entrambi i governi hanno dato la massima priorità a tali relazioni, sulla base dei tradizionali legami di amicizia tra i popoli;

AG. considerando che il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha visitato anche il Brasile, il Venezuela e il Nicaragua durante la sua visita in America latina, rivelando gli stretti legami tra la Russia e i governi e i regimi, rispettivamente, di Luiz Inácio Lula da Silva, Nicolás Maduro e Daniel Ortega;

AH. considerando che nel maggio 2023 il regime cubano ha firmato un accordo con la Bielorussia per l’invio di truppe di forze speciali, a dimostrazione della solidarietà con uno dei principali alleati della Russia nella sua guerra contro l’Ucraina; che nel contesto di tale accordo le forze armate cubane riceveranno una formazione, il che implica che Cuba e la Bielorussia rafforzeranno i loro legami in termini di cooperazione militare;

AI. considerando che, secondo i servizi di intelligence statunitensi, la Cina gestisce strutture militari e di intelligence a Cuba almeno dal 2019; che Cuba ha consentito alla Cina di costruire una nuova base di spionaggio sull’isola e di espandere le sue capacità di spionaggio attraverso le comunicazioni elettroniche;

AJ. considerando che il 5 luglio 2017 il Parlamento ha concesso la sua approvazione alla conclusione dell’accordo di dialogo politico e di cooperazione tra l’UE e Cuba; che l’approvazione dell’ADPC si basava sulla chiara intenzione di migliorare la drammatica situazione dei diritti umani a Cuba; che il monitoraggio e il controllo del rispetto dell’ADPC non sono coerenti con le attuali azioni del VP/AR Josep Borrell;

AK. considerando che l’accordo di dialogo politico e di cooperazione comprende una cosiddetta “clausola relativa ai diritti umani”, un elemento standard essenziale degli accordi internazionali dell’UE che consente di sospendere l’accordo in caso di violazioni delle disposizioni in materia di diritti umani;

AL. considerando che l’approvazione dell’ADPC da parte del Parlamento era collegata all’impegno della Commissione e del SEAE di garantire l’istituzione di uno scambio regolare con il Parlamento sull’applicazione dell’accordo e sull’adempimento degli obblighi reciproci in esso contenuti, in particolare quelli relativi all’attuazione di tutte le disposizioni in materia di diritti umani; che il Parlamento ha inoltre chiesto al SEAE di fare tutto il possibile per monitorare attentamente la situazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali a Cuba in sede di applicazione dell’ADPC;

AM. considerando che nell’ottobre 2019 la delegazione dell’UE a Cuba ha pubblicato un documento che descrive la cooperazione dell’UE con Cuba; che nel documento è indicato che l’8 % degli attuali fondi di cooperazione UE-Cuba erano destinati alla “società civile” e che i 19 milioni di EUR dei fondi rimanenti erano destinati a progetti finanziati da varie istituzioni direttamente collegate al regime cubano anziché alla società civile; che il documento conclude che non esiste un’unica organizzazione della società civile cubana che abbia beneficiato dei fondi europei per la cooperazione;

AN. considerando che il 16 settembre 2021 il Parlamento ha approvato a stragrande maggioranza una risoluzione sulla repressione da parte del governo delle proteste e dei cittadini a Cuba in cui si chiede all’UE di attivare l’articolo 85, paragrafo 3, lettera b), dell’ADPC per sospendere l’accordo a causa delle violazioni, da parte del regime cubano, delle disposizioni relative ai diritti umani, che costituivano un “caso speciale d’urgenza”; che il Parlamento ha ricordato che la clausola sui diritti umani dell’ADPC è un elemento dell’accordo; che ha invitato il Consiglio ad avvalersi delle disposizioni in materia di diritti umani nel regime generale di sanzioni dell’UE e ad adottare quanto prima sanzioni nei confronti dei responsabili di violazioni dei diritti umani a Cuba;

 

1. condanna con la massima fermezza la violazione sistematica dei diritti fondamentali del popolo cubano durante gli oltre sei decenni di governo da parte del partito comunista di Cuba;

2. deplora che dal 2015, quando è stato riavviato il dialogo sui diritti umani tra l’UE e Cuba sotto la direzione del VP/AR Josep Borrell, il regime cubano rifiuti sistematicamente di riconoscere il monitoraggio dei diritti umani come un’attività legittima e neghi lo status giuridico ai gruppi locali per i diritti umani;

3. disapprova l’atteggiamento passivo e irresponsabile del SEAE sotto la direzione del VP/AR Josep Borrell, in quanto ha ignorato l’indignazione del popolo cubano e la violazione sistematica dei diritti umani da parte del regime a Cuba; ritiene che tale atteggiamento abbia contribuito indirettamente a un drammatico peggioramento della situazione, in flagrante violazione delle disposizioni contenute nell’accordo di dialogo politico e di cooperazione tra l’UE e Cuba firmato nel 2016;

4. disapprova il fatto che, dopo la firma dell’ADPC, il SEAE abbia escluso la società civile dalla partecipazione a tutti i seminari della società civile UE-Cuba in qualità di parte interessata nello sviluppo del dialogo nel quadro dell’accordo[5], privandola di una parte essenziale del suo scopo e contravvenendo alla volontà del Parlamento europeo e degli Stati membri dell’UE che hanno firmato l’accordo;

5. si oppone alla violazione sistematica da parte del SEAE dei termini dell’ADPC relativi ai progetti di cooperazione[6], che fanno della società civile una parte essenziale di tale cooperazione; disapprova il fatto che, consapevolmente e dopo la firma dell’accordo di dialogo politico e di cooperazione, il SEAE abbia consentito che i fondi di cooperazione finissero esclusivamente nelle mani di società possedute o controllate dallo Stato cubano, il che ha portato alla conversione illegittima di tali fondi in un mezzo di finanziamento della dittatura cubana;

6. deplora che, nel maggio 2022, nonostante la costante violazione dei diritti umani da parte del regime cubano, il VP/AR Josep Borrell abbia abusato della sua partecipazione alla terza riunione bilaterale tenutasi a Cuba nel quadro dell’ADPC, anteponendo il suo obiettivo personale di un avvicinamento diplomatico al regime al destino del popolo di Cuba, in particolare dei prigionieri politici, molti dei quali erano in sciopero della fame, e ignorando tutti gli oppressi dalla dittatura comunista; deplora che la visita possa aver contribuito a riabilitare il presidente Díaz-Canel e la dittatura cubana; deplora che le dichiarazioni del VP/AR abbiano evitato di menzionare le gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani, non abbiano condannato il sostegno di Cuba alla Russia nella sua guerra di aggressione illegale contro l’Ucraina e non abbiano pertanto rispecchiato le conclusioni del Consiglio e le posizioni e le politiche dell’UE che il VP/AR è tenuto a rappresentare e attuare; chiede al VP/AR Josep Borrell di mettere la sua funzione a disposizione del Consiglio e di incaricare la Presidente della Commissione e il Consiglio di effettuare una valutazione approfondita di come le sue azioni siano state gravemente dannose per il popolo di Cuba; è del parere che l’attuazione di tali politiche dannose, che contravvengono ai valori e ai documenti istitutivi dell’UE, dovrebbe suscitare le dovute reazioni del Consiglio, della Commissione e del Parlamento e che il VP/AR dovrebbe assumersi la responsabilità delle proprie azioni;

7. conferma che, nonostante il tempo trascorso dall’entrata in vigore dell’ADPC, la mancanza di democrazia e libertà a Cuba non è affatto migliorata; osserva che, al contrario, la situazione dei diritti umani sull’isola si è ulteriormente aggravata e deteriorata, in palese e sistematica violazione delle disposizioni di base dell’accordo di dialogo politico e di cooperazione;

8. deplora profondamente che le sofferenze del popolo cubano dovute alla mancanza di impegno e di volontà a compiere progressi da parte del regime cubano e all’inazione dell’UE e del SEAE, in particolare del VP/AR Josep Borrell e di Isabel Brilhante Pedrosa, capo della delegazione dell’UE a Cuba, non siano state alleviate e invita l’UE a trarre gli opportuni insegnamenti da tali politiche inefficaci e dalla deliberata violazione reciproca dei termini dell’ADPC;

9. ribadisce il suo sostegno fermo e incondizionato al popolo cubano, a tutti i difensori dei diritti umani a Cuba e alla loro encomiabile dedizione alle libertà negate da decenni dalla dittatura comunista;

10. esorta l’UE a rispettare i suoi valori applicando l’articolo 85, paragrafo 3, lettera b), e sospendendo immediatamente l’accordo di dialogo politico e di cooperazione tra l’UE e Cuba;

11. esorta il Consiglio ad avvalersi delle disposizioni in materia di diritti umani nel regime generale di sanzioni dell’UE e ad adottare quanto prima sanzioni nei confronti dei responsabili di violazioni dei diritti umani a Cuba, data la violazione sistematica dei diritti umani da parte del regime cubano che costituisce un “caso speciale d’urgenza”;

12. invita gli Stati membri dell’UE a chiedere l’immediata revoca della presenza di Cuba in seno al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite;

13. esorta il Consiglio a condannare fermamente l’ingerenza permanente di Cuba, negli ultimi sei decenni, negli affari interni di altri paesi dell’America latina e la sua chiara cooperazione con altri regimi totalitari, con i cartelli della droga e con le forze terroristiche;

14. chiede l’immediata cessazione di tutti gli aiuti finanziari dell’UE a Cuba, che sono stati costantemente mantenuti senza tenere conto delle continue e gravi violazioni dei diritti umani e che alimentano il regime anziché fornire soccorso e servire il popolo di Cuba;

15. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al governo e all’Assemblea nazionale del potere popolare di Cuba, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, alla Presidente della Commissione, al collegio dei commissari, al rappresentante speciale dell’Unione europea per i diritti umani, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, all’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani e ai governi dei paesi membri della Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici.

 

[1] GU L I 337 del 13.12.2016, pag. 3.

[2]  Decreto legge 35/2021 sulle telecomunicazioni, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione e l’uso dello spettro radioelettrico (17 agosto 2021).

[3]  Risoluzione n. 105 della Repubblica di Cuba del 2021 sul modello di azione nazionale per rispondere agli incidenti di cibersicurezza.

[4]  Il Comitato contro la tortura è un organo formato da dieci esperti indipendenti che monitora l’attuazione della Convenzione contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti ad opera dei suoi Stati parte; lavora per l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani.

[5] Preambolo e articoli 19 e 36, articolo 42, paragrafo 1, articolo 47, paragrafo 6, e articolo 59, paragrafo 2, dell’accordo di dialogo politico e di cooperazione.

[6] Ibidem.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

2 pensiero su “PRESENTATA RISOLUZIONE CONTRO CUBA AL PARLAMENTO EUROPEO”
  1. C è un grosso problema a livello mondiale la spazzatura umana e in aumento e inguina gli altri e l aria noi dobbiamo essere gli spazzini della terra non solo bisogna pulire perbene ma bisogna anche disinfettante tutto dobbiamo solo decidere quando

  2. C è un grosso problema a livello mondiale la spazzatura umana e in aumento e inguina gli altri e l aria noi dobbiamo essere gli spazzini della terra non solo bisogna pulire perbene ma bisogna anche disinfettare tutto dobbiamo solo decidere quando

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