STATI UNITI FANNO PRESSIONE SUL VOTO PER L’ADESIONE DELLA PALESTINA ALL’ONU 

 

Un rapporto indica che gli Stati Uniti stanno facendo pressione sui membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite  per respingere il tentativo della Palestina di diventare un membro a pieno titolo dell’ONU.

Il Consiglio di Sicurezza dovrebbe votare la richiesta dei palestinesi di diventare uno stato membro a pieno titolo dell’organizzazione, dopo che la Palestina ha riattivato una richiesta all’inizio di aprile, sullo sfondo dell’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza.

Molti però, vedono scarse le prospettive di approvazione a causa della ferma opposizione degli Stati Uniti, che possiede il potere di veto nel Consiglio di Sicurezza, e che è considerato l’alleato numero uno di Israele.

Una serie di cablogrammi a cui il portale statunitense The Intercept ha avuto accesso dimostrerebbero come da Washington si stia facendo pressione sui membri del Consiglio di Sicurezza in modo che votino contro la richiesta dell’Autorità Palestinese di adesione completa all’ONU. Le pressioni avrebbero lo scopo di evitare che gli Stati Uniti applichino il loro diritto al veto durante la riunione.

I cablogrammi del Dipartimento di Stato statunitense che il portale ha visionato contrastano platealmente con l’impegno dell’amministrazione Biden di sostenere pienamente una soluzione a due stati.

Nel 2012, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che concede alla Palestina lo status di Stato osservatore non membro.

L’Autorità Palestinese  ha chiesto l’adesione nel 2011, ma la domanda non è mai stata presentata al Consiglio di Sicurezza. All’epoca, gli Stati Uniti, uno dei cinque membri permanenti del Consiglio, hanno dichiarato che avrebbero esercitato il loro diritto di veto in caso di voto.

Nei documenti vengono evidenziate le pressioni esercitate nei confronti dei membri del Consiglio di sicurezza, tra cui Malta,  presidente a rotazione del consiglio questo mese. All’Ecuador in particolare viene chiesto di fare pressioni su Malta e su altre nazioni, compresa la Francia, per opporsi al riconoscimento delle Nazioni Unite. La giustificazione del Dipartimento di Stato è che normalizzare le relazioni tra Israele e gli stati arabi è il modo più veloce ed efficace per raggiungere una statualità duratura e produttiva.

Pur chiarendo che il presidente Joe Biden ha lavorato vigorosamente per sostenere le “aspirazioni palestinesi per la statualità” nel contesto “di una pace globale che risolverebbe il conflitto israelo-palestinese”, si legge nel documento. 

Un cablogramma  diplomatico datato 12 aprile dettaglia i punti di discussione degli Stati Uniti contro un voto delle Nazioni Unite per la statualità palestinese. Il documento afferma che i membri del Consiglio di sicurezza devono essere persuasi a respingere qualsiasi proposta di stato palestinese – e quindi il suo riconoscimento come nazione sovrana – prima del dibattito aperto del consiglio sul Medio Oriente, previsto per il 18 aprile.

“Resta l’opinione degli Stati Uniti che il percorso più rapido verso un orizzonte politico per il popolo palestinese sia nel contesto di un accordo di normalizzazione tra Israele e i suoi vicini”, si legge nel documento. “Crediamo che questo approccio possa far progredire in modo tangibile gli obiettivi palestinesi in modo significativo e duraturo”. 

“Vi esortiamo quindi a non sostenere alcuna potenziale risoluzione del Consiglio di sicurezza che raccomandi l’ammissione della “Palestina” come Stato membro delle Nazioni Unite, se tale risoluzione dovesse essere presentata al Consiglio di sicurezza per una decisione nei prossimi giorni o settimane”.

“Piaccia o no, un voto dell’Assemblea generale su questo tema ha un peso politico piuttosto che legale”, ha detto a The Intercept Richard Gowan, direttore delle Nazioni Unite dell’International Crisis Group. “L’Assemblea può accettare un nuovo stato solo “su raccomandazione” del Consiglio di sicurezza”.

“Le azioni premature presso il Consiglio di Sicurezza , anche con le migliori intenzioni, non raggiungeranno né lo stato né l’autodeterminazione per il popolo palestinese. Tali iniziative metteranno invece in pericolo gli sforzi di normalizzazione e allontanano ulteriormente le parti, aumenteranno il rischio di violenza sul terreno che potrebbe costare vite innocenti da entrambe le parti e rischieranno il sostegno al nuovo governo di riforma annunciato dal presidente Abbas “, afferma il documento.

Una risoluzione che raccomanda che l’Autorità palestinese diventi un membro a pieno titolo dell’ONU non porterebbe alla soluzione dei due stati nel conflitto con Israele, ha detto mercoledì la rappresentante permanente degli Stati Uniti alle Nazioni Unite Linda Thomas-Greenfield, citata da Reuters.

“Non crediamo che una risoluzione nel Consiglio di Sicurezza ci porti necessariamente in una situazione in cui possiamo trovare… una soluzione a due stati”, ha detto la diplomatica.

 

ULTIMA ORA: Come era prevedibile gli Stati Uniti hanno apposto il veto per bloccare l’ammissione della Palestina tra le nazioni. dell’ONU al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dodici voti favorevoli e due astenuti, Svizzera e Gran Bretagna.

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info 

 

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