Il Presidente Nicolas MaduroIl Presidente Nicolas Maduro

PERCHE’ IL SISTEMA ELETTORALE VENEZUELANO E’ SICURO 

 

Fin dalla vittoria della rivoluzione bolivariana, nel 1998, in Venezuela  il paese è stato sottoposto ad ogni forma di discredito possibile compresa la più classica ovvero che il sistema elettorale venezuelano non è sicuro e. per questo, poco affidabile nei suoi risultati.

Non c’è da stupirsi perché con la più grande riserva di petrolio come lettera di presentazione e l’istituzione di un modello politico lontano dalla tutela degli Stati Uniti, la nazione sudamericana è divenuta la più grande preoccupazione per un mucchio di paesi occidentali abituati a nazioni docili e allineate con i loro interessi.

Tutte le dimensioni dello stato venezuelano sono state convertite in laboratori preferiti per le campagne diffamatorie, tuttavia, una di esse è stata attaccata con particolare intensità: il sistema elettorale venezuelano.

Nel paese bolivariano si sono svolte più di una ventina di elezioni presidenziali, regionali, emendamenti e referendum costituzionali ma in nessuna di queste gli osservatori internazionali hanno potuto rilevare infrazioni, ma nonostante questo per la retorica statunitense, trasmessa a reti unificate anche da noi, il Venezuela resta una nazione in cui le elezioni sono sempre e comunque frodate per far vincere il Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV).

Da notare che in alcune votazioni l’opposizione è riuscita a vincere nelle elezioni con lo stesso sistema elettorale, Se il sistema fosse in mano al governo ciò non sarebbe certamente avvenuto, ovviamente solo queste elezioni, quelle vinte dall’opposizione, sono state riconosciute all’unanimità dalla comunità internazionale dimostrando che solamente quando i loro candidati vincono le consultazioni si possono definire corrette.

Occorre quindi far conoscere al grande pubblico come funziona il sistema elettorale in Venezuela. Il presidente del Consiglio degli esperti elettorali dell’America Latina, Nicanor Moscoso, spiega a Sputnik Mundo che la forza del sistema elettorale venezuelano risiede nella decisione del governo di Caracas di “tecnificare il più possibile il sistema di voto”.

Per quanto se ne dica il sistema elettronico di voto in Venezuela garantisce un livello molto elevato di controllo e quindi i brogli sono praticamente impossibili.

Victor Theoktisto, PHD in informatica, professore ordinario dell’Università Simón Bolívar, che ha anche partecipato tra giugno e luglio 2021 come revisore esterno del Consiglio Nazionale Elettorale, fornisce a Sputnik dettagli tecnici chiave per capire perché sarebbe impossibile violare il sistema elettorale e persino hackerarlo.

Il processo di voto venezuelano propone diverse fasi che sono destinate in modo che ogni segmento sia blindato alla manipolazione. Theoktisto le schematizza in modo semplice:

1. Identificazione dell’elettore fatta attraverso l’impronta digitale: Su ogni tavolo c’è un lettore di impronte digitali che contiene solo le impronte delle persone che votano. In questo modo, anche se un elettore intende passare per un altro con un documento d’identità, l’impronta non corrisponderà e non potrà votare.

2. Voto segreto: L’elettore fa la sua scelta dietro un paravento in modo che la sua preferenza non sia identificata. Quando si preme il pulsante VOTA, viene stampata una scheda elettorale con il suo voto. “L’elettore può controllare direttamente che la sua preferenza sia stata espressa secondo la sua volontà, questa ricevuta\ voto viene depositata in una urna e rappresenta il principale elemento di audit. 

3. Chiusura del processo di voto: Theoktisto sottolinea che alla fine dell’elezione, la macchina per il voto viene chiusa e vengono prodotti i verbali con i totali delle preferenze con tutti i voti stampati “in forma anonima in modo tale che non è possibile assegnare un voto a un elettore specifico, con codici a barre e QR che hanno tutte le informazioni, più alcuni hashcode calcolati sulla base di quanto sopra che permettono di garantire la loro autenticità e integrità”. Il totale dei  voti per ogni singolo candidato o lista prodotti dai verbali stampati dalla macchina vengon confrontati con le ricevute depositate nell’urna, ovviamente devono coincidere.

4. Audit immediato: L’esperto riferisce che una delle chiavi di legittimità e affidabilità sta nel fatto che alla conclusione del processo, attraverso un sorteggio, metà delle sezioni elettorali di ogni centro sono immediatamente controllati. Le schede delle urne sono confrontate con il verbale del rispettivo seggio, per rilevare le discrepanze. “Non sono mai stati rilevati voti maggiori del numero dei elettori, un classico nelle elezioni in altri paesi con sistemi manuali o meno sicuri”, sottolinea Theoktisto.

5. Comunicazione sicura: In questa fase, la trasmissione del verbale avviene per mezzo di una comunicazione via modem in una rete ad hoc separata che viene utilizzata solo per pochi secondi e con protocolli di crittografia per garantire che i verbali dei seggi elettorali ricevuti siano gli stessi che sono stati inviati. “Questo è un altro audit che avviene nel centro di elaborazione dei risultati elettorali.

6. Totalizzazione e risultati: I voti ricevuti da ogni candidato e partito sono sommati in una sala di calcolo all’interno del Consiglio Nazionale Elettorale. “Questo è un processo così semplice che non c’è bisogno di ulteriori competenze. Non importa in quale ordine arrivino, la somma  dei dati dei verbali, darà sempre lo stesso risultato. E di nuovo, chiunque abbia i verbali può fare il proprio processo di somma e arriverà allo stesso risultato”.

Qualcuno potrebbe obiettare affermando che è possibile controllare le macchine per il voto a distanza accedendo on line direttamente ad esse. Questo semplicemente non è possibile perché non sono collegate, il software viene caricato e la macchina è bloccata in un sacco di modi sia fisici che protetta da ridondanza, offuscamento, crittografia, hashcode. La  crittografia sicura della trasmissione, con protocolli in esecuzione che al minimo sospetto di un incidente entrano in esecuzione garantiscono la sicurezza del sistema elettorale venezuelano. 

Quindi chi afferma che le elezioni in Venezuela non sono sicure e che i brogli sono all’ordine del giorno lo fa solamente per attaccare il governo. Attaccare i paesi che non si sono uniformati alle direttive imposte dalla Casa Bianca è la strategia preferita da Washington per tentare di sovvertire i legittimi governi. La questione elettorale, la possibilità che ci siano dei brogli e che, conseguentemente, non abbiano vinto i candidati sostenuti dagli Stati Uniti o più in generale dall’occidente,  è il più facile dei modi per non riconoscere la legittimità delle consultazioni,  nonostante gli osservatori internazionali non abbiano rilevato brogli. 

Ora capite perché proprio coloro che puntano l’indice contro Caracas, Stati Uniti e Unione Europea in testa, non mandano i loro osservatori in Venezuela durante le elezioni. Il sistema è sicuro e, se mandi gli osservatori e non rilevano infrazioni, come fai a dire poi che durante le elezioni si sono compiuti brogli.

Il 28 luglio prossimo si celebreranno le elezioni presidenziali, prepariamoci alla solita tiritera, ovvero che le elezioni sono state una farsa e che sono state contraddistinte dai soliti brogli, dunque non possono essere riconosciute a livello internazionale.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

 

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