SVENTATO ATTACCO AL PONTE DI CRIMEA
Il ponte di Crimea resta il principale obiettivo delle forze militari ucraine, infatti secondo quanto riferito dal ministro della difesa di Mosca Andrei Belousov il 29 maggio l’esercito russo ha respinto un massiccio attacco ucraino con 10 missili Atacms diretti contro il ponte.
“Letteralmente l’altro ieri [29 maggio] di notte, c’è stato un attacco più massiccio con 10 missili Atacms contro il ponte di Crimea con un tempo di volo di meno di due minuti. Tutti i missili sono stati abbattuti. Di conseguenza, centinaia di vite sono state salvate”, ha detto Belousov in una riunione del Consiglio dei ministri della difesa dell’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva (OTSC).
Il ponte di Kerč e la Crimea, che si confermano i bersagli principale dei lanci ucraini nonostante il fatto che, dal punto di vista strategico, i problemi vengano non da sud (la Crimea appunto) ma da est. Dopo gli attacchi al ponte di Kerč’, dopo gli attacchi a Sebastopoli e alla flotta, dopo l’abbandono dell’idea (se mai è stata presa in considerazione) di uno sbarco a Odessa, la penisola ha progressivamente perso di importanza come base per far partire attacchi sul territorio ucraino, e il completamento della linea ferroviaria a nord lo ha ridotto ulteriormente. Per le operazioni militari russe, la Crimea non è più fondamentale: eppure resta, come abbiamo visto, il bersaglio principale degli attacchi ucraini, rileva Francesco Dall’Aglio.
Il ministro della difesa ha poi aggiunto che le forze militari russe stanno avanzando sul terreno per “adempiere al compito principale di proteggere la popolazione della Federazione Russa”.
“Continueremo ad agire con decisione e in proporzione alle minacce alla sicurezza”, ha sottolineato.
I militari russi hanno messo sotto controllo 28 località nella regione del Donbas durante il mese di maggio, ha detto Belousov.
“C’è un progresso su tutte le linee, il nemico si è ritirato da otto a nove chilometri in aree importanti della provincia di Kharkov come risultato delle nostre operazioni attive”, ha detto il ministro aggiungendo che “Finora quest’anno, l’esercito russo ha esteso il suo controllo a un territorio di 880 chilometri quadrati”.
Durante il suo discorso, Belousov ha lamentato la posizione dell’Occidente che si ostina a provocare un’escalation e a ritardare la soluzione del conflitto.
“Fanno di tutto per dilatare e scalare il conflitto armato in Ucraina. Dal febbraio 2022, Kiev ha ricevuto più di 278 miliardi di dollari in aiuti militari, tecnici, finanziari e umanitari”, ha detto il capo della difesa russo.
Belousov ha ricordato che “l’Occidente sta pompando armi in fretta, condividendo l’intelligence, addestrando i militari ucraini e reclutando mercenari”.
“Con la partecipazione di consiglieri ed esperti della NATO si preparano atti di sabotaggio e si usano armi occidentali per causare danni ai residenti e alle infrastrutture civili in Russia”, ha detto.
Nel mese di maggio, secondo quanto affermato dal ministro della difesa, l’Ucraina ha perso più di 35.000 militari e 2.700 unità di varie armi tra le quali 290 carri armati e veicoli corazzati da combattimento – tra cui quattro Abrams, sette Leopard e 12 Bradley – 11 aerei, quattro elicotteri, 730 pezzi di artiglieria da campo e sistemi di lanciarazzi multipli, riferisce Sputnik.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info
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