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EMBARGO PETROLIO RUSSO: NON TUTTI I PAESI EUROPEI SONO D’ACCORDO 

 

Nell’ambito del sesto pacchetto di sanzioni alla Russia la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha proposto l’embargo sul petrolio russo ma non tutti i membri europei sono d’accordo.

Tra le proposte fatte dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen per aumentare le sanzioni contro la Russia ci sarebbe anche l’embargo totale sull’acquisto del petrolio russo. ma non tutti i paesi europei sono d’accordo. Su questo provvedimento si sono espressi negativamente alcuni paesi tra cui Ungheria e Slovacchia.

“Oggi proponiamo di vietare tutto il petrolio russo in Europa”, ha detto mercoledì l’alto funzionario al Parlamento europeo, ammettendo che questo “non sarà facile perché alcuni Stati membri dipendono fortemente dal petrolio russo”. “Faremo in modo che il petrolio russo venga eliminato in modo ordinato per massimizzare la pressione sulla Russia, riducendo al minimo l’impatto sulle nostre economie”, ha aggiunto.

La misura include l’eliminazione graduale delle forniture di petrolio greggio russo entro sei mesi e prodotti raffinati entro la fine del 2022, ha spiegato il capo esecutivo dell’Unione europea. I termini specifici dell’embargo petrolifero russo, se adottati, saranno noti dopo che i 27 Stati membri dell’UE approveranno all’unanimità la proposta della Commissione europea.

Infatti perché l’embargo sul petrolio russo entri in vigore occorre che tutti i paesi dell’Unione lo approvino, se solo uno decidesse di opporsi la misura tanto voluta dalla Commissione Europea non potrebbe entrare in vigore mandando all’aria tutti i propositi di ulterioreisolamento economico della Russia.

Al fine di impedire che ciò avvenga è stato pensato a Bruxelles di concedere alcune esenzioni temporali a quei paesi che dipendono totalmente per il loro fabbisogno energetico dal petrolio russo.

Come hanno detto martedì fonti diplomatiche all’AFP è stato anche concordato di fare un’eccezione nel caso di Ungheria e Slovacchia che dipendono quasi interamente dal petrolio greggio russo e di consentire loro di acquistare petrolio dal paese eurasiatico in base ai contratti esistenti fino alla fine del 2023 per evitare il veto al nuovo pacchetto di restrizioni.

Nel frattempo, un’altra fonte ha indicato che anche la Bulgaria e la Repubblica Ceca potrebbero chiedere l’esenzione dalle sanzioni. A sua volta, un diplomatico europeo ha avvertito che la concessione di esenzioni a uno o due Stati altamente dipendenti potrebbe innescare un effetto domino delle richieste di esenzione che minerebbe l’embargo.

La sospensione della fornitura di petrolio russo all’UE è una questione delicata e diversi Stati membri del blocco hanno già chiarito che la misura causerebbe danni inestimabili all’economia, fermando praticamente la produzione nella maggior parte dei settori, cosa particolarmente gradita oltre oceano. 

L’Europa è la destinazione di quasi la metà delle esportazioni russe di petrolio greggio e prodotti petroliferi e in generale l’UE dipende dalla Russia per il 26% delle sue importazioni. Slovacchia e Ungheria sono due paesi particolarmente dipendenti dall’energia russa e l’anno scorso hanno importato rispettivamente il 96% e il 58% del loro petrolio greggio e dei loro prodotti petroliferi dalla Russia.

Dopo il discorso di Von der Leyen, il governo ungherese ha sottolineato in un messaggio all’AFP che non vede “alcuno piano o garanzia su come anche una transizione possa essere amministrata sulla base delle proposte attuali e su come potrebbe garantire la sicurezza energetica dell’Ungheria”.

In precedenza, il ministro ungherese degli Affari Esteri e del Commercio, Péter Szijjártó, ha assicurato che il governo “non voterà a favore di sanzioni che rendono impossibile il trasporto di petrolio e gas naturale russi in Ungheria, poiché la situazione delle infrastrutture metterebbe in pericolo la sicurezza energetica dell’Ungheria”. Ha aggiunto che il suo paese “non può sostenere l’embargo non per questioni politiche, ma puramente economiche, di sicurezza energetica”, riferiscono i media locali. Il portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs, ha anche dichiarato mercoledì che Budapest non è disposta a “rinunciare alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico ungherese”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche la Slovacchia. Infatti martedì il ministero dell’Economia slovacco ha assicurato che chiederà un’esenzione da qualsiasi embargo petrolifero russo. “Se si tratta di un embargo approvato sul petrolio russo come parte di un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia, allora la Slovacchia richiederà un’esenzione”. Bratislava dipende quasi interamente dal petrolio greggio russo, che ottiene attraverso l’oleodotto Druzhba (Amicizia). Attualmente, il paese afferma di avere scorte per 120 giorni. Il ministro dell’Economia slovacco, Richard Sulik, ha annunciato che l’unica raffineria del paese, Slovnaft, non può immediatamente fare a meno del petrolio russo per iniziare a usarne un altro, poiché questo è un processo che potrebbe richiedere diversi anni.

Fonti diplomatiche hanno dettagliato domenica scorsa al media tedesco ZDF che anche Spagna, Italia e Grecia hanno frenato l’embargo petrolifero. Nei paesi dell’Europa meridionale, l’aumento previsto dei prezzi dell’energia dopo il divieto del petrolio russo è visto con grande preoccupazione dai consumatori.

Il capo del Ministero dell’Industria e del Commercio della Repubblica Ceca, Jozef Síkela, ha sottolineato che Praga è disposta a sostenere l’imposizione dell’embargo, ma a determinate condizioni. “La Repubblica ceca potrebbe sostenere l’embargo sulle importazioni di petrolio russo, se gli acquisti congiunti di energia [da parte dei paesi dell’UE attraverso la Commissione europea] sono efficaci e la comunità ha le riserve per coprire il deficit nel mercato europeo”, ha affermato. “Se il principio che dobbiamo distribuire questo dolore tra di noi in modo equo, allora posso immaginare che sosterremo l’imposizione di queste sanzioni”, ha aggiunto.

Da parte loro, gli analisti affermano che sarà possibile tagliare i legami petroliferi dell’Europa con la Russia, ma lo sforzo richiederà tempo e può portare a carenze e un aumento dei prezzi della benzina, del diesel, del carburante per aerei e di altri prodotti, una situazione che potrebbe danneggiare i consumatori che stanno già combattendo l’inflazione e, in definitiva, far deragliare la ripresa economica dalla pandemia.

Gli esperti sottolineano anche che un embargo potrebbe innescare una concorrenza costosa per fonti alternative di petrolio. Viktor Katona, un esperto di petrolio di Kpler, che tiene traccia dei flussi di energia, ha affermato che dei sostituti potenzialmente disponibili per il petrolio russo, solo la produzione saudita si adatta bene. Finora, i sauditi hanno mostrato poca inclinazione ad aumentare la loro produzione piuttosto che gradualmente. Lo specialista ha aggiunto che anche il petrolio iraniano potrebbe funzionare, ma le sanzioni imposte dagli Stati Uniti continuano a ridurre le vendite di carburante iraniano. Un embargo “infligerà dolore tangibile alla raffineria europea e, di conseguenza, al cliente europeo”, ha aggiunto Katona, riporta RT.

Ultima opzione per l’Unione Europea per non far naufragare la nuova misura punitiva verso la Russia potrebbe essere quella di eliminare l’unanimità nelle decisioni. Ciò porterebbe all’approvazione dell’embargo ed alla concessione delle esenzioni ai paesi più dipendenti dal petrolio russo. Pur di continuare ad attaccare la Russia in Europa si sarebbe pure disposti ad abbandonare l’unanimità, cosa che non è mai stata proposta ad esempio quando si parlava di   ridistribuzione dei migranti che arrivano in Italia.

Quindi cari italiani ed europei per far piacere alla Nato ed agli Stati Uniti che la dirigono ci aspettano altri aumenti e strette della solita cintura. Ma a nessuno è venuto in mente di chiedere proprio a noi cosa ne pensiamo dato che saremmo noi i primi a subirne le conseguenze? Ma non dovevamo essere padroni a casa nostra? Dove sono andati tutti i sovranisti che negli anni scorsi ci hanno riempito la testa con questa litania? 

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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