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SPECULAZIONE E AUMENTO DEL PREZZO DEGLI ALIMENTI 

 

Dietro la crisi mondiale degli alimenti c’è davvero una penuria di generi alimentari o la speculazione ancora una volta approfitta della situazione per arricchirsi?

Da molte parti da alcuni mesi viene paventata una crisi alimentare senza precedenti a causa delle tensioni internazionali innescate dalla crisi in ucraina. In particolare viene denunciata la mancanza di scorte di grano causate dal blocco delle esportazioni dall’Ucraina e dalla Russia, importanti produttori a livello mondiale del prezioso cereale.

Ma davvero le scorte di grano sono ai livelli più bassi degli ultimi anni o è solo una delle fin troppo note azioni speculative messe in campo da attori che aspettano solo una crisi per elevarne il prezzo e per guadagnare di più?

Frédéric Mousseau, economista francese, è policy director dell’Oakland Institute, osservatorio economico progressista, per cui coordina le ricerche su terre, agricoltura e sicurezza alimentare. Già consulente di ong come Medecins sans frontières e Oxfam, lavora in particolare su investimenti agricoli, volatilità dei prezzi e crisi globale alimentare, in un’intervista esamina la situazione attuale riguardo alla crisi di alimenti paventata a livello mondiale.

“La Fao all’inizio di maggio ha affermato che le scorte mondiali di cereali sono relativamente stabili. La Banca mondiale conferma che gli stock di cereali sono vicini a record storici e che tre quarti dei raccolti russi e ucraini erano già stati consegnati prima dell’inizio della guerra. Possiamo dire che non si prospetta una carenza imminente quanto piuttosto forti speculazioni sui mercati dei futures che scommettono sull’aumento dei prezzi e sulle carestie future per ottimizzare i guadagni. Si è per esempio parlato molto della decisione dell’India di bloccare l’esportazione di frumento, molto criticata dagli Stati uniti per la conseguente pressione sui prezzi globali. Ma se vediamo bene, l’India rappresenta appena il 2% degli export mondiali (10 milioni di tonnellate previsti per il 2022/23).

In confronto, gli Usa al momento muovono 160 milioni di tonnellate di grano all’anno, pari al 35% del commercio globale. Le critiche all’India hanno meno a che vedere con un effettiva crisi alimentare che con il mantenimento dello stesso mercato globale che è nell’interesse dei giganti dell’agrobusiness e dei loro investitori. Chiaramente una crisi alimentare c’è, con milioni o centinaia di milioni di persone nel mondo in stato di insicurezza, senza accesso ad alimentazione adeguata o dipendenti dalle reti assistenziali, ma questo sussiste a prescindere dalla guerra. Esiste una crisi alimentare ma è una crisi senza effettiva carenza di alimenti”.

Se analizziamo quanto affermato da Frédéric Mousseau sembra proprio che la speculazione sia la principale causa degli aumenti registrati in questi ultimi tempi. In pratica viene scommesso che ci sarà una crisi alimentari e quindi i prezzi dei principali generi alimentari aumentano di conseguenza. La situazione degli stock pare non sia critica dunque la causa degli aumenti non è riconducibile alla carenza di grano ma alla speculazione.

Interessanti infine le ultime parole espresse dall’economista francese nella sua intervista in cui dichiara che la crisi alimentare per ampie fette della popolazione mondiale c’è indipendentemente dalla guerra in corso. Ciò significa semplicemente che milioni di persone, come noto, non dispongono della possibilità di accedere agli alimenti a causa della povertà e non per le conseguenze della guerra. Queste persone non accedono agli alimenti da sempre e continueranno a non accedervi se i paesi occidentali continueranno a spendere miliardi e miliardi di dollari per alimentari guerre inventate e non contribuiranno a finanziare i paesi più poveri. 

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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