Mark Esper e Donald TrumpMark Esper e Donald Trump

SULLA GUERRA REPUBBLICANI E DEMOCRATICI SONO FACCIA DELLA STESSA MEDAGLIA 

 

Ultimamente sto leggendo con un po’ di preoccupazioni commenti e post che inneggiano a Donald Trump ed al Partito Repubblicano per le loro posizioni sul conflitto in Ucraina. 

Come è noto l’ex presidente degli Stati Uniti chiede di diminuire o addirittura di sospendere qualunque aiuto militare al governo di Kiev, posizione questa che potrebbe essere vista come ragionevole e pragmatica ma che invece nasconde un’altra cruda realtà: per i repubblicani il vero nemico da combattere non è la Russia di Putin ma la Cina.

Basta fare un piccolo sforzo di memoria per ricordarsi come il neo eletto presidente Donald Trump iniziò la guerra commerciale con Pechino innalzando i dazi su molti prodotti provenienti dalla Cina, come l’acciaio, a pochi giorni dalla sua elezione. In casa repubblicana molti esponenti hanno dichiarato pubblicamente che occorre smettere di finanziare la guerra in Ucraina per dirottare le risorse economiche sul futuro inevitabile conflitto con la Cina.

Tra le varie figure politiche di spicco che hanno manifestato questa posizione politica ricordo Mike Pompeo, Kevin McCarthy e Mike Gallagher ai quali si aggiungono le recenti prese di posizione di Vivek Ramaswamy e John Bolton, sottolinea il Collettivo Shaoshan.

Vivek Ramaswamy,  che sul suo Profilo Twitter, si descrive come “Cittadino e Capitalista”,, scrive:

” La questione principale che dovrebbe essere la questione principale: concentrarsi sulla Cina. La Cina vuole che la Guerra in Ucraina duri il più a lungo possibile per esaurire la capacità militare occidentale prima di invadere Taiwan. Funziona: pensiamo di «sembrare» più forti aiutando l’Ucraina, ma in realtà diventiamo più deboli contro la Cina”.

Scrive poi in un tweet successivo: “È come il Vietnam, tranne che questa volta la Cina è come l’URSS e si stanno prendendo gioco di noi in maniera più efficace. Dobbiamo svegliarci con America First 2.0. Le cose ora sono più complicate”. 

John Bolton, ex Consigliere per la Sicurezza Nazionale dell’Era Trump, afferma che “Il tempo dell’incertezza strategica per quanto riguarda Taiwan è finito”, che “Alle Navi della Marina USA dovrebbe essere consentito di entrare nel Porto di Kaohsiung e inviare truppe aggiuntive per addestrare le Forze Armate di Taiwan”, che “C’è ancora molto da fare, non solo per aumentare le capacità militari di Taiwan, ma anche per dimostrare un maggior sostegno americano”, che “A lungo termine, gli USA dovrebbero riconoscere Taiwan come stato sovrano” e che gli USA dovrebbero «integrare» Taiwan in organizzazioni multilaterali di Difesa nella Regione Indo-Pacifica, con Giappone, Corea del Sud, Australia e altri paesi in funzione anti-Cinese.

Tutte dichiarazioni che di pacifismo hanno ben poco. Inoltre bisogna aggiungere le ultime esternazioni di Mike Pompeo, ex Segretario di Stato di Donald Trump, che ha affermato che occorre inviare più truppe statunitensi a Taiwan e che bisogna riconoscere l’isola come nazione indipendente.

“Inviare più truppe a Taiwan è un inizio. Ora, dobbiamo fare la cosa giusta e riconoscere Taiwan come una nazione libera e sovrana”, ha scritto il politico sul suo account Twitter ufficiale, riporta RT.

La posizione del Partito Repubblicano sembra essere piuttosto chiara: smettere con la guerra in Ucraina per prepararsi a quella che deciderà le sorti del mondo per i prossimi decenni ovvero sfidare la Cina sul campo di battaglia. Resto perplesso per le prese di posizione di alcuni che vedono nelle dichiarazioni degli esponenti del Partito Repubblicano che affermano di voler smettere di finanziare Zelensky la possibile fine dell’arrogante politica guerrafondaia degli Stati Uniti.

Mi sembra di rivivere gli orgasmi di parte della sinistra quando sperava che vincesse Joe Biden perché Donald Trump era cattivo: poi ha vinto Biden e ci ha trascinato nella guerra in Ucraina. Credo che le affermazioni di Trump, dove dichiara che se avesse vinto lui non ci sarebbe stata la guerra in Ucraina, sono vere  perché sicuramente tutte le sue attenzioni sarebbero state dirette contro la Cina. Quindi non ci sarebbe stata la guerra in Europa ma ce ne sarebbe potuta essere una in Asia usando Taiwan come è stata usata l’Ucraina per combattere contro la Russia.

Quindi facciamo molta attenzione a dipingere Trump come il possibile prossimo Gandhi della politica degli Stati Uniti, sappiamo chi è come si è comportato durante la sua presidenza. Chiedetelo ai cubani a cui a stretto ancora di più il cappio intorno al collo inasprendo  il  blocco economico, commerciale e finanziario con ulteriori 243 misure sanzionatorie oppure alVenezuela dove ha tentato di uccidere il legittimo presidente e ha tentato pure un’invasione.

Democratici e repubblicani rappresentano la faccia della stessa medaglia, mettetevelo ben in testa. A dimostrazione di ciò ricordo che il Wall Street Journal ha riferito che gli Stati Uniti hanno intenzione di quadruplicare o addirittura sestuplicare il numero di truppe militari sull’isola, in quella che sarebbe un’espansione significativa del programma di addestramento delle truppe taiwanesi, in mezzo alle crescenti tensioni con la Cina.

Secondo i funzionari statunitensi, l’idea è di schierare tra i 100 e i 200 militari sull’isola nei prossimi mesi. Questo presupporrebbe un notevole aumento della presenza di Washington a Taiwan, dove l’anno scorso ha inviato 30 militari. In precedenza, la Guardia Nazionale, le Forze Speciali e i Marines statunitensi hanno partecipato all’addestramento dei soldati taiwanesi.

Il compito principale dei militari statunitensi sarebbe ora quello di addestrare i loro compagni taiwanesi nella gestione dei sistemi di armamento statunitensi, così come nelle manovre per contrastare una possibile offensiva della Cina.

Insomma sembra che il Partito Democratico stia preparando il terreno ai prossimi che si avvicenderanno alla Casa Bianca oppure non vogliono farsi passare avanti da Trump sulla questione Taiwan, argomento che occuperà sicuramente la prossima campagna elettorale per la presidenza degli Stati Uniti.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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