L’ex presidente dell’Ecuador Rafael CorreaL’ex presidente dell’Ecuador Rafael Correa

RAFAEL CORREA: “L’ECUADOR E’ UNO STATO FALLITO”

L’ex presidente ecuadoriano Rafael Correa, commentando  l’assassinio del candidato presidenziale Fernando Villavicencio, afferma che l’Ecuador è “uno stato fallito”.

“L’Ecuador è diventato uno stato fallito”, ha scritto l’ex presidente sulla piattaforma X, alludendo alla crisi di insicurezza che affligge il paese sudamericano, mentre la banda criminale ‘Los Lobos ha rivendicato la morte di Fernando Villavicencio.

Correa ha anche espresso la sua solidarietà alla famiglia di Villavicencio e a tutte le famiglie delle vittime della violenza e ha avvertito che la violenza e l’odio stanno distruggendo il paese.

“Coloro che intendono seminare ancora più odio con questa nuova tragedia, speriamo che capiscano che questo continua a distruggerci”, ha aggiunto.

Correa, che ha guidato il paese sud americano tra il 2007 e il 2017, ha sottolineato , in un altro messaggio su X, che le istituzioni di sicurezza e intelligence dell’Ecuador sono state incapaci di frenare la criminalità e il crimine organizzato.

Villavicencio, 59 anni, è stato colpito da tre colpi alla testa mercoledì pomeriggio alla fine di un evento della campagna elettorale per le prossime elezioni presidenziali che si terranno il 20 agosto prossimo, presso la  scuola Anderson, nel nord della capitale Quito.  Il politico è stato portato alla Clinica della Donna, dove la sua morte è stata poi confermata.

Almeno altre nove persone sono rimaste ferite nell’incidente, tra cui una candidata membro dell’assemblea e due poliziotti. Il presunto esecutore dell’attacco, che è stato ferito dagli agenti di sicurezza, è morto ore dopo. La Procura ha riferito che, finora, ha arrestato sei persone presuntamente implicate nell’attentato. 

La sorella del candidato assassinato, Alexandra Villavicencio, ha ritenuto il governo ecuadoriano responsabile della tragedia, denunciando che la polizia non ha offerto a suo fratello la dovuta protezione nonostante il fatto che avesse ricevuto minacce di morte durante la sua campagna elettorale. “Dov’è la sicurezza?”, ha esclamato dopo aver insistito che l’Ecuador è immerso in una crisi di sicurezza che è cresciuta negli ultimi due anni.

Secondo le statistiche infatti il  tasso di omicidi registrato nel paese è quintuplicato negli ultimi cinque anni certificando che le politiche di sicurezza del presidente Lasso sono fallite miseramente. Le autorità dell’Ecuador hanno comunicato che  l’attuale campagna per la presidenza è stata una delle più violente registrate nel paese, dove sette degli otto binomi presidenziali hanno chiesto l’intervento della polizia per garantire la propria sicurezza.

Dopo l’aggressione, il presidente Guillermo Lasso ha firmato un decreto che stabilisce lo stato di emergenza nel paese per un periodo di 60 giorni. Ha anche dichiarato tre giorni di lutto nazionale, per il 10, 11 e 12 agosto ed ha comunicato che le elezioni saranno celebrate comunque.

L’omicidio del candidato presidenziale ecuadoriano Fernando Villavicencio è stato rivendicato dalla  banda criminale Los Lobos in un video che mostra un gruppo di uomini incappucciati armati.

“Noi, l’organizzazione Los Lobos, ci assumiamo la responsabilità dei fatti sollevati questo pomeriggio”, dice uno dei membri della banda leggendo una dichiarazione, aggiungendo che un tale evento “si ripeterà quando i corrotti non manterranno la loro parola”.

Il gruppo Los lobos è considerato come una delle due più grandi bande criminali del paese, con più di 8.000 membri distribuiti in diverse prigioni come Turi, Cotopaxi, Santo Domingo, Ambato e la Penitenciaría del Litoral. Inoltre, sono considerati alleati del cartello Jalisco Nueva Generación. 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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